[22/08/2008] Energia

Uccelli, pipistrelli e pale

LIVORNO. In diverse zone d´Italia si sta saldando una strana alleanza tra associazioni ambientaliste e animaliste e cacciatori: il nemico comune sono le pale eoliche che ucciderebbero e disturberebbero gli uccelli che gli uni vogliono difendere e gli altri vogliono continuare ad abbattere.

Intanto in Europa e nel mondo fioriscono gli studi per capire quale impatto abbiano i campi eolici sugli uccelli. Secondo quello dell´Office national de la chasse et de la faune sauvage della Francia un rotore uccide in media tra 0,4 e 1,3 uccelli all´anno, una cifra bassissima se rapportata ai dati diffusi dalla stessa Lipu sui volatili uccisi da traffico stradale, piloni elettrici, linee ad alta tensione e vetrate, per non parlare dell´impatto della caccia, dei pesticidi e degli insetticidi, delle maree nere petrolifere o dell´erosione degli habitat degli uccelli.

Per esempio, una linea ad alta tensione uccide diverse decine di uccelli per ogni chilometro, che in Italia andrebbero moltiplicati per decine di migliaia di chilometri.

Quindi l´eolico ha sull´avifauna una impatto limitato e più sono le precauzioni prese nella scelta dei siti più la mortalità dell´avifauna cala. Non a caso ci sono misure particolari per quanto riguarda le Zone di protezione speciale e le "valutazioni di incidenza" tendono a scartare i siti interessati da forti flussi migratori.

Gli ornitologi poi segnalano che gli uccelli, che hanno una vista molto sviluppata, vedono l´eolico e lo evitano, l´unico impatto vero sembra quello della deviazione delle rotte migratorie in alcuni ambiti per "scansare " il campo eolico.

E´ interessante leggere quello che scrive a proposito dell´impatto dell´eolico (ritenuto una energia pulita e necessaria per combattere il cambiamento climatico, che per l´avifauna è sicuramente molto più pericoloso) la Ligue pour la protection des oiseaux (Lpo), la sorella francese della Lipu:

«L´energia eolica è al centro di una problematica molto moderna: quali energie permetteranno infine di rispettare la biodiversità e l´ambiente in generale ed alle popolazioni di vivere in buone condizioni? Si tratta - dice Lpo - di mettere in opera delle soluzioni rispettose dell´uomo e dell´ambiente».

Per rispondere a questa domanda la Lpo ha scelto di accompagnare lo sviluppo della filiera eolica francese nel rispetto della biodiversità ed ha sviluppato un "référentiel technique national" al servizio delle imprese private e degli enti pubblici.

Il "référentiel" si pone diversi obiettivi: «sviluppare la cooperazione internazionale e raccogliere bibliografia sul soggetto, in particolare attraverso i partner di BirdLife International; diffondere queste conoscenze ai protagonisti privati e pubblici dell´eolico in Francia; favorire le buone pratiche (studi di impatto di qualità, realizzazione di schemi regionali, dipartimentali, locali; coordinare le associazioni di protezione ambientale su questo tema; assicurare una vigilanza scientifica sulle metodologie applicate; coordinare una cellula di osservazione nazionale che censisca i risultati della vigilanza degli impatti dei parchi eolici sull´avifauna; assicurare una vigilanza giuridica su questo tema».

Gli impatti delle pale eoliche interessano non solo gli uccelli, ma anche i chirotteri, meglio conosciuti come pipistrelli e secondo la Lpo sono di tre tipi: mortalità, disturbo, perdita di habitat, ma variano molto in funzione delle specie, delle stagioni, degli ambienti, della taglia dei parchi eolici. «Se sono relativamente bassi in rapporto a quelli di altre attività umane (agricoltura intensiva, collisioni con i vetri degli edifici illuminati la notte, con le auto o i fili elettrici, predazione di gatti domestici, caccia...), costituiscono nondimeno un rischio supplementare che conviene conoscere al fine di poterlo ridurre».

Ad iniziare dalla mortalità, il cui studio secondo la Lpo richiede una forte presenza di ricercatori sul terreno per minimizzare i rischi di errore.

Gli ambientalisti francesi applicano un coefficiente di correzione (che prevede anche il tasso di predazione e il tasso di scoperta dei cadaveri), e secondo la configurazione e l´installazione dei parchi eolici e i metodi utilizzati, la mortalità per ogni pala, varia da 0 a 40 uccelli e pipistrelli all´anno.

Un parco eolico può diminuire l´attrazione del luogo dove sorge per alcune specie. Secondo i dati della Lpo, in inverno il disturbo dell´eolico sembra più importante per l´oca Zamperosee. (Anser brachyrhynchus), il fischione (Anas penelope), il piviere dorato (Pluvialis apricaria) e la pavoncella (Vanellus vanellus).

Durante il periodo di nidificazione, ad eccezione documentata della pavoncella, della pettegola (Tringa totanus) e della pittima reale (Limosa limosa), per la Lpo «numerose specie sembrano poter utilizzare lo spazio vicino ai parchi eolici per nidificare. Nessuno studio ha, per il momento, permesso di sapere se il tasso di riproduzione sia danneggiato dalla presenza di un parco eolico».

Durante la migrazione, la presenza di pale eoliche su una via migratoria innesca generalmente reazioni di evitamento.

Quel che è abbastanza condiviso (almeno in Francia) è che gli uccelli degli ambienti aperti evitano di avvicinarsi ai parchi eolici e che la distanza "di sicurezza" aumenta insieme alle dimensioni dell´impianto. Un disturbo continuo ed intenso può condurre alla perdita di habitat per alcune specie e per alcune la presenza di numerose pale eoliche in un luogo significa una "diserzione" totale dall´area, come si è verificato per la pavoncella in un sito tedesco e come si teme possa succedere per le strolaghe sul Mare del nord.

La "ricetta finale" proposta dalla Lpo ci sembra ragionevole e condivisibile: «Riguardo a questi impatti verificati ed a quelli presunti, conviene privilegiare la riflessione territoriale al fine di assicurare la coabitazione tra uccelli ed eolico. Questi esercizi di pianificazione dovranno permettere di anticipare gli impatti cumulativi dei parchi eolici in uno stesso settore. Le zone riconosciute per la ricchezza degli ambienti e delle specie che accolgono sono da evitare, soprattutto le Zone di protezione speciale (direttiva europea per la conservazione degli uccelli 79/409) e le Zone speciali de conservazione proposte per salvaguardare i pipistrelli».


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