[22/08/2008] Parchi

Uomini ed orsi in Abruzzo

PESCASSEROLI (L´Aquila). Qualche giorno fa avevamo parlato degli orsi rubagalline del parco nazionale di Abruzzo, che seminavano il terrore nei pollai dell´appennino abruzzese nei dintorni di Scanno. Ora dovranno rinunciare agli appetitosi volatili da cortile e lo "sgarbo" viene da dove meno se lo sarebbero aspettato: il Wwf, in collaborazione con Oasi delle Gole del Sagittario e Corpo forestale dello Stato, ha donato 35 recinti elettrificati per un valore di 40.000 euro per tenere lontani i plantigradi, a cominciare dall´orsa Gemma che negli ultimi tempi è diventata tanto confidente da cercare il cibo direttamente nei paesi.

Wwf e Cfs pensano di allargare questa iniziativa di prevenzione all´area del parco nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) compresa nel Lazio, intervenendo subito a Campoli Appennino (Frosinone), per tutelare le attività di agricoltori e allevatori e quindi l´orso bruno marsicano.

L´iniziativa fa parte di un programma condiviso con la Direzione protezione natura del ministero dell´ambiente e prevede interventi nelle aree più critiche dove gli orsi arrecano danni alle attività zootecniche, soprattutto nelle zone esterne al Pnalm che èp già impegnato in attività di prevenzione dei danni provocati dagli orsi all´interno dell´area protetta.

Massimiliano Rocco, coordinatore del programma orso per l´Appennino del Wwf, spiega che ««Per salvare l´orso, anche chiave di volta dello sviluppo economico legato al turismo nell´Appennino centrale, bisogna ragionare in termini di azione concreta. La recinzione elettrificata ne è un esempio e serve a dimostrare quanto sia fasullo il dilemma orso-uomo. Orso e uomo convivono bene se il territorio è gestito bene. E per far questo deve esserci un´alleanza tra le parti coinvolte, vale a dire istituzioni locali e nazionali, soggetti che hanno sottoscritto il Patto di azione per la tutela dell´orso marsicano (Patom), comunità locali e associazioni. Anche i comuni devono fare la loro parte, per esempio non possono più consentire attività zootecniche mal gestite o il pascolo non controllato nel cuore di aree naturalisticamente integre, è come servire un banchetto agli orsi. Questo sì, genera conflitto».

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