[21/08/2008] Aria

Ad Accra per fare un passo verso il post-Kyoto

LIVORNO. E’iniziata oggi ad Accra, in Ghana, la nuova tappa dei negoziati della road map per la definizione del prossimo accordo salva-clima, con l´obiettivo di attuare pienamente la Convenzione quadro sul clima (Unfccc) attraverso «un´azione di cooperazione nel lungo termine». Si tratta di un’ulteriore fase di avvicinamento al cosiddetto post Kyoto, cioè il protocollo per frenare il surriscaldamento del pianeta, che dopo la scadenza della prima fase dell´accordo attuale, dovrà essere esteso a livello globale a partire dal 2012.

Prima della riunione di Copenaghen prevista per il 2009, la prossima tappa di avvicinamento sarà la Climate change conference che si terrà a Poznan, in Polonia, dall’1 al 12 dicembre.
Intanto da oggi e sino al 27 agosto i gruppi di rappresentanti dai Paesi di tutto il mondo riuniti ad Accra avranno il compito di far progredire il lavoro sugli elementi chiave del Piano di azione di Bali, che indicava un calendario chiaro sino ad arrivare alla scadenza del 2009 per la conclusione dell´accordo e l´indicazione delle questioni chiave da affrontare nei negoziati.

I delegati presenti ad Accra dovranno quindi confrontarsi su idee e proposte concrete per dare gambe ai tre temi chiave, che stanno nell’agenda di lavoro approvata a Bali: i target di riduzione delle emissioni di gas serra dei Paesi che danno i principali contributi in termini di emissioni; gli strumenti per l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici; la diffusione di tecnologie “climate-friendly” e il finanziamento di misure di adattamento e di mitigazione. Tema questo particolarmente sentito dall’africa, che ospita la riunione.

Tra i temi in discussione anche le azioni di cooperazione internazionale per la riduzione delle emissioni globali sul lungo periodo, che si basa sul principio delle “responsabilità comuni, ma differenziate” e che prevede obiettivi quantificati di limitazione e riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati, azioni di mitigazione da parte dei Paesi in via di sviluppo, interventi diretti e incentivi per combattere la deforestazione e il degrado delle foreste nei Paesi in via di sviluppo.

Al centro del dibattito anche gli impegni da prendere sul settore di trasporti, in particolare le emissioni di aerei e navi, attualmente non contabilizzate nel sistema dell´accordo di Kyoto e non inserite nemmeno nella Road map di Bali, come del resto non erano state inserite (come aveva invece richiesto l’Unione Europea) indicazioni quantitative delle riduzioni delle emissioni richieste per i Paesi industrializzati, che viene pertanto lasciata ad una decisione futura.

Dopo i precedenti negoziati focalizzati principalmente sulle procedure e sulla lista delle questioni da discutere, il vertice di Accra può fornire un palcoscenico perfetto ai negoziatori per spostare il dibattito verso proposte di sostanza con idee concrete per il nuovo trattato globale in discussione.

A sostenerlo è il Wwf che auspica che in questo vertice l’Unione europea assuma un ruolo decisivo.
«L’Ue - spiega McFadzien, coordinatore per l’Asia del pacifico della politica climatica del Wwf - è nella posizione migliore per guadagnare gli allori per aver rotto il blocco, ma deve superare la sua stanchezza e divenire più dinamica. I paesi in via di sviluppo hanno bisogno di un segnale incoraggiante dai paesi industrializzati che si responsabilizzino rispetto alle loro emissioni» .

Ma un impegno per il Wwf deve venire anche dai paesi ad economia emergente:
«le economie emergenti – sottolinea Kathrin Gutmann, Policy coordinator della Wwf global climate initiative - devono impegnarsi per sostanziali modifiche alle loro emissioni domestiche e per profondi tagli alle emissioni globali. Il fatto che i negoziati si tengano in Africa, la regione più povera del mondo che è anche la più vulnerabile ai cambiamenti climatici, deve far riflettere».

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