[19/08/2008] Consumo

Recessioni, riconversioni e monoporzioni

LIVORNO. La recessione che verrà - o che è già cominciata o che non arriverà mai e sarà confusa con il solito rallentamento sì, ma della crescita – sta pian piano cambiando gli stili di consumo, riconvertendo nel bene o nel male la produzione dei beni per rispondere alle mutate domande del mercato.

Cambia in bene per esempio quando nuovi detersivi promettono che d’ora in avanti si potrà lavare a 30 gradi con gli stessi risultati che lavando a 60° o quando assicurano che non c’è più bisogno di risciacquo (innovazioni di prodotto che hanno come effetto rispettivamente il risparmio di energia e di acqua); è positivo il fatto che le confezioni dei biscotti abbiano imballaggi più sottili (anche in questo caso innovazione di prodotto che consente un risparmio di materia); è positivo che il sapone liquido sia sempre più venduto in ricariche piuttosto che in bottiglie (alla Coop 225mila litri contro i 70mila, risparmiando il 70% di plastica) o che si arrivi finalmente a lanciare sul mercato acqua minerale non in Pet ma in bottiglie biodegradabili (in questo caso innovazione di prodotto ma anche di processo).

E’ anche vero come abbiamo ripetuto più volte che sebbene si abbassi l’utilizzo di risorse per unità di prodotto alla fine il materiale utilizzato cresce(va) sempre perché comunque si vende(va) di più, ma in ogni caso questi esempi vanno annoverati tra le buone pratiche in termini di efficienza, così come non può essere considerato negativo il fatto che si utilizzi la leva dell’ecologia per promuovere determinati prodotti: se quanto si afferma è vero, è sempre meglio un prodotto sponsorizzato per la sua sostenibilità piuttosto di uno promosso solo per la sua bellezza (soggettiva)….

Ma siccome questa “riconversione” naturale nasce da un bisogno di risparmio (o, visto dall’altra parte della barricata, dal bisogno di continuare a fare profitto vendendo anche se i clienti hanno sempre meno soldi in tasca) e non nasce da un indirizzo dato da un singolo governo né tantomeno da una governance mondiale, succede che l’elenco delle nuove cattive pratiche è altrettanto lungo.

La monoporzione ne è l’emblema: confezioni da 2 sole uova, carni, salumi e formaggi in vaschetta, minestroni surgelati da 2 porzioni, mozzarelle singole, insalate imbustate, così come non ci sono più i fustoni di detersivo di una volta, mentre abbondano le mini confezioni. Tutto questo si traduce in maggiori imballaggi per venire incontro alle esigenze di single, giovani coppie e in generale per chi ha poco tempo (magari perché fa gli straordinari tutti i giorni, tanto ora sono detassati, evvai!). Anche se qualcuno potrebbe obiettare non privo di ragione, che anche in questo modo si riesce a sprecare meno perché non ci sono scorte da smaltire che alla fine vanno a male e diventano rifiuto senza neppure essere consumate.

Del resto così come la sostenibilità è un ambito assai complesso, che se non contabilizzato si presta a diverse contraddizioni, così anche... regole (o piuttosto prassi) di consumo hanno lasciato il posto alle tendenze.

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