[02/01/2006] Energia

Serafini: «Sul nucleare Scajola è antidemocratico e incompetente»

LIVORNO - «Scajola non perde occasione di dire stupidaggini, per il nucleare in particolare». Massimo Serafini, della segreteria nazionale di Legambiente e responsabile per l´energia, non usa mezzi termini per commentare l’uscita del ministro delle attività produttive Claudio Scajola, sulla possibile emergenza energetica a fronte della crisi tra Russia e Ucraina. Scajola sdogana quindi un “auspicabile ritorno al nucleare”.

«Innanzitutto – replica Serafini - il ministro è antidemocratico perché l’Italia si trova fuori dal nucleare per volontà popolare. Di fatto poi il nucleare copre solo una piccolissima parte dei bisogni energetici e quindi non risolverebbe né il problema delle emissioni di CO2 (climatico) e neppure il problema della quantità».

Secondo l’ambientalista poi, l’Italia non ha né il know how industriale né le competenze necessarie per essere protagonista di un rilancio del nucleare. Ma non solo, per Massimo Serafini poi appare impensabile che «un governo che non è neanche capace di far digerire ai cittadini una discarica, riesca a trovare un sito in cui costruire una centrale nucleare. Infine il nucleare, quello di terza o quarta generazione, continua a essere tecnologia che non sa come smaltire i suoi rifiuti, senza dimenticare che in caso di incidenti le conseguenze durerebbero millenni come Chernobyl dimostra, perché nessuno è in grado di affermare se non in malafede che è stato inventato il nucleare intrinsecamente sicuro, cioè che in caso di incidente basta staccare la chiave e si spenge tutto».

E siccome insieme al nucleare il ministro Scajola ci mette anche il “carbone pulito”, Massimo Serafini non si tira indietro neppure su questo fronte: «Esistono tecnologie per abbattere ossidi di zolfo e di azoto – conclude il dirigente nazionale di Legambiente – ma l’unica emissione che non siamo in grado di abbattere è quella che danneggia maggiormente il clima, ovvero la CO2, e il carbone è il fossile che emette più CO2 di tutti quanti. Sceglierlo vuol dire sottoporre i cittadini a ulteriori emissioni di CO2, ed esporre l’Italia alle pesantissime multe per violazioni del protocollo di Kyoto. L’unica alternativa sono le fonti rinnovabili e usare con risparmio e intelligenza l’energia. Queste risorse che abbiamo in grande quantità e che non ci farebbero dipendere né dalla Russia né dai petrolieri arabi».

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