[08/08/2008] Aria

Isolotto (Fi): tra il vivere e il lavorare ... c´è di mezzo il puzzo

FIRENZE. Le maleodoranze cioè l’inquinamento olfattivo, se innocuo non porta a far chiudere un’azienda anche secondo i rilievi normativi in vigore a livello europeo, ma certo sono fastidiose. Specialmente quando le industrie sono in città, ubicate in prossimità delle civili abitazioni. Questo è quanto avviene nella zona di San Bartolo a Cintoia, a Firenze dove i cittadini devono convivere con l’industria Silo, un’azienda all’avanguardia, attiva nei settori della chimica, degli additivi per mangimi, dei biocarburanti, una delle punte di eccellenza dell’innovazione toscana che ha stretto rapporti con il mondo universitario.

Ma le sue produzioni non sono una gioia per l’olfatto e allora l’unico modo è cercare una collaborazione tra istituzioni, azienda e cittadini per cercare una soluzione, come propone Giovanni Varrasi presidente della commissione qualità urbana di Palazzo Vecchio «Da molti decenni la zona dell´Isolotto verso San Bartolo a Cintoia ha visto una progressiva urbanizzazione che, negli ultimi anni, ha assunto caratteristiche più qualitative nella tipologia delle costruzioni, nella quantità e disposizione del verde urbano, negli arredi spesso dignitosi. La qualità urbana è però seriamente inficiata dalle maleodoranze prodotte dalla fabbrica Silo che, con la produzione di acidi grassi residui dalle sofisticate lavorazioni industriali, ammorba l´aria di migliaia di cittadini residenti nella zona».

Garanzia per le produzioni, tutela dei posti di lavoro e tutela della qualità della vita e del benessere dei cittadini. E’ possibile tenere insieme questi aspetti in ambiente urbano? L’amministrazione in qualche modo ora ci sta provando. «La commissione qualità urbana - ha proseguito l’esponente dei Verdi - si è molto impegnata per risolvere il problema, irrisolto negli ultimi decenni sia dal comune che dal quartiere. La direzione della fabbrica Silo ha mostrato consapevolezza della assoluta, rapida necessità di intervenire sul problema. In commissione abbiamo avuto già tre incontri successivi con una folta rappresentanza dei cittadini e il dottor Guidotti della Silo. I contatti sono molti e serrati. Purtroppo i primi tentativi di migliorare inserendo altre sostanze nel ciclo di lavorazione, non hanno prodotto risultati soddisfacenti. L´azienda si è impegnata a fare investimenti, proprio in questi giorni, per termodistruggere la componente grassa così disgustosa all´olfatto e così risolvere alla radice il problema. In questo mese di agosto- continua Varrasi- le nuove strutture dovrebbero essere montate. La commissione valuterà con l´impresa e i cittadini, in un incontro appositamente fissato a fine settembre, i risultati delle nuove strutture termodistruttrici riservandosi iniziative istituzionali e politiche sia nel caso che il problema sia risolto sia nella malaugurata ipotesi negativa».

Il presidente della commissione qualità urbana deciso ad andare in fondo alla questione delinea gli scenari «E´ evidente che gli scenari possibili sono sostanzialmente due: quello positivo nel quale la commissione si impegna ad attivarsi perché l´impresa sia aiutata economicamente nel suo processo di eco-socio compatibilità, attraverso fondi comunali, regionali o bancari; quello negativo che potrà comportare la richiesta di sanzioni o persino lo spostamento della sede della fabbrica» conclude Varrasi.

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