[06/08/2008] Comunicati

Manovra d´estate e sostenibilità: non ci resta che piangere

LIVORNO. La cosiddetta manovra d’estate è stata definitivamente licenziata ieri dalla Camera e già in serata il Consiglio dei ministri ha esaminato la prima bozza di finanziaria 2009, che per rimanere nelle novità annunciate, dovrebbe essere discussa a settembre anziché a dicembre prossimo.
L’altra novità riguarda il fatto che la manovra varata ieri, da 36,3 miliardi ( di cui 31 a riduzione del deficit ), avrà valenza triennale, quindi dal 2009 al 2011.

«La sostanza è già legge - ha dichiarato il ministro Tremonti in conferenza stampa stamani mattina - e varrà per tre anni, l’involucro formale e contabile saranno discussi a settembre» per rimarcare la novità della manovra estiva. Non è stato invece innovativo il metodo di approvazione, dal momento che si è dovuto ricorrere per ben tre volte al voto di fiducia, ossia ad ogni passaggio in parlamento.

La prima lettura del decreto legislativo, conferma quello che è stato il dibattito che ha accompagnato i quarantotto giorni del passaggio tra Palazzo Chigi e Montecitorio: molti annunci e altrettanti rimandi a decreti tecnici successivi, che quindi potrebbero – nei fatti - far perdere molto di quel carattere innovativo di sveltezza della manovra, (a partire dai nove minuti e mezzo del tempo necessario per il varo al consiglio dei ministri) su cui l’esecutivo ha molto rimarcato, anche nella conferenza stampa di presentazione.

Il risparmio energetico è stato fatto partendo dai tagli dell’aria condizionata nella sala stampa, sottolineato dal Sottosegretario Letta, e lì si è fermato. O poco oltre, perché si limita a porre l’obbligo per alcune amministrazioni statali di approvvigionarsi di combustibile da riscaldamento e dell´energia elettrica mediante convenzioni Consip (o a prezzi inferiori o uguali), mentre le altre dovranno adottare misure di contenimento delle spese in modo da ottenere risparmi equivalenti.

La politica energetica, che verrà definita nei prossimi sei mesi, prevede di fatto il rilancio del nucleare, «per far fronte - ha detto Tremonti - al debito energetico che è cresciuto in maniera smisurata», e la diversificazione delle fonti di energia e delle aree geografiche di approvvigionamento; forse per questo si prevede di ripartire con le trivellazioni in Adriatico e – naturalmente (perché va comunque detto) «la promozione delle fonti rinnovabili di energia e dell´efficienza energetica». Non ci si dimentica neppure di mettere la frase di rito di promuovere: «la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell´energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e la garanzia di adeguati livelli di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori».

E il nucleare è uno dei tre punti, su cui a detta del ministro dell’economia, con questa manovra l’Italia potrà vantare il rispetto dell’agenda di Lisbona, essendo gli altri la concentrazione dei fondi europei in un´unica cabina di regia e l’uso della cassa depositi e prestiti, piattaforma su cui l’economia, potrà lanciarsi. Parola di Tremonti.

Confermata la Robin Hood tax, che porterà ad un prelievo previsto di circa 4 miliardi di euro, che «serviranno ad evitare ulteriori tagli sulla spesa sociale» - ha detto il ministro dell’Economia (affermando indirettamente che ve ne sono stati)- mentre una (piccola) parte sarà destinata a finanziare la carta sociale alla quale contribuiranno però «anche fondi privati e sconti che verranno dal settore del commercio». Destinata ai poveri (come li chiama Tremonti) servirà ad avere sconti sulla spesa e sulle bollette.

I tagli che già si leggono si sono concentrati sulla sanità e sulla scuola, 3,3 miliardi in meno per la prima e una netta riduzione degli insegnanti (da 868.542 a 781.201) nella scuola primaria e secondaria, dove vi sarà la possibilità di assolvere all’obbligo scolastico anche con percorsi di istruzione e formazione professionale. Quindi torna il disegno Moratti.

Di misure ambientali, invece, nessuna traccia se si esclude il fatto che si potranno stampare da internet i libri di testo e che a carico di una pluralità di soggetti pubblici l’abbonamento cartaceo alla Gazzetta Ufficiale sarà sostituito con quello telematico (!).

Certo se avevamo sottolineato che nel Dpef del passato governo, nonostante una serie di misure orientate alla sostenibilità, come ad esempio l’introduzione della contabilità ambientale, si era agito ancora con troppa timidezza e che si erano dimenticati gli impegni di Kyoto, il commento che si può fare di fronte a questa manovra che indica la «sostanza» della politica dell’attuale governo nei prossimi tre anni, rimanda ad uno storico film di Troisi: «Non ci resta che piangere».

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