[05/08/2008] Parchi

L´aumento dei prezzi alimentari sottrae habitat all´avifauna

LIVORNO. Secondo la Lega italiana protezione uccelli (Lipu). «l´abolizione attuata dall´Unione europea l´anno scorso del set-aside, ossia il ritiro obbligatorio dalla produzione del 10% dei terreni agricoli destinati a seminativi, sta causando gravi difficoltà a specie tipiche degli ambienti agricoli come Allodola, Strillozzo, Averla piccola (nella foto) e Pavoncella. Per alcune specie è andato perso l´habitat per nidificare in estate mentre altre specie non trovano d´inverno il cibo per sopravvivere».

La Lipu chiede al governo italiano di seguire l´esempio della Gran Bretagna che da 2009 chiederà agli agricoltori che beneficiano di sussidi Ue di destinare una piccola parte dei loro terreni alla creazione di habitat utili per la fauna selvatica, «restituendo così alcuni dei vantaggi ambientali tipici del set-aside, ossia spazi sicuri per nidificare nei campi incolti e cibo assicurato in inverno, anche per numerose specie di rapaci, come Albanella minore, Gheppio e Falco cuculo, che in tali ambienti nidificano o trovano i piccoli animali di cui si nutrono».

Patrizia Rossi, responsabile agricoltura Lipu, spiega il perchè dell´iniziativa: «Chiediamo al Governo italiano di introdurre uno strumento affinché gli agricoltori dedichino una piccola parte della loro azienda alla natura. Si terrebbe conto degli elementi naturali già presenti, come siepi, filari e stagni, compresi quelli realizzati tramite gli schemi agroambientali. Chi non avesse spazi naturali in azienda potrebbe crearne di nuovi usufruendo dei fondi disponibili nei Piani di sviluppo rurale. Tale soluzione non graverebbe quindi sui bilanci aziendali, ma sarebbe un aiuto fondamentale per l´ambiente agricolo».

In Italia, concentrati soprattutto nella Pianura Padana, esistevano quasi 200mila gli ettari di terreno ritirati dalla produzione per il set-asid obbligatorio, un meccanismo avviato nel 1992 per ridurre le eccessive quantità di derrate prodotte e abolito nel settembre del 2007, dopo l´innalzamento dei rezzi e l´inizio delle rivolte del pane e del riso, per incrementare la produzione di cereali per l´alimentazione. Secondo la Lipu «l´abolizione del set-aside obbligatorio rischia di aggravare ulteriormente il declino che da alcuni decenni colpisce numerose specie di uccelli degli ambienti agricoli, a causa dell´intensificazione della produzione e dell´uso di prodotti chimici. Ci auguriamo anche – conclude Rossi - che la Commissione Europea, a due anni dal termine del Countdown 2010 volto ad arrestare il declino della biodiversità, decida di adottare misure sostitutive come quelle annunciate dal Governo inglese in occasione dell´Health Check della Pac del prossimo autunno».

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