[05/08/2008] Energia

Rapporto Iaea: il nucleare cresce insieme ai prezzi dei combustibili fossili

LIVORNO. Forse il sogno (o l´incubo) berlusconiano di mille nuove centrali nucleari nel mondo è destinato a rimanere tale per mancanza di adeguati finanziamenti pubblici e materie prime, ma secondo il rapporto annuale dell´International atomic energy agency (Iaea) «Sempre più Paesi si rivolgono all´energia nucleare di fronte alla penuria ed al rialzo dei prezzi delle energie fossili (petrolio, gas naturale, carbone)».

Infatti, la lobby atomica sembra trarre non poco beneficio dalla paura planetaria per l´approvvigionamento di energia, l´alimentazione e il cambiamento climatico, una conseguenza probabilmente non messa in conto dagli ambientalisti che si sono battuti contro l´atomo civile e nucleare, tanto che l´Iaea rivela che «sempre più Paesi richiedono un´assistenza tecnica per la messa in opera della tecnologia nucleare, con l´obiettivo di produrre elettricità».

Assistenza che però viene data a molti e negata ad alcuni, come dimostrano le nuove minacce di inasprimento delle sanzioni rivolte all´Iran da gruppo dei 6 (Consiglio di Sicurezza dell´Onu più Germania). Ma l´Iaea sorvola su questi dettagli e sottolinea che «Le energie fossili sono in effetti presenti in quantità limitata e non rinnovabile (proprio come l´uranio ndr) e la loro combustione comporta l´emissione di gas serra».

Ma secondo il rapporto, il nucleare farebbe bene anche alla salute ed ai poveri: «Quasi tutti gli aspetti dello sviluppo, della riduzione della povertà e del miglioramento dei servizi sanitari, necessitano di un accesso a servizi energetici moderni. Davanti ad una penuria crescente di energia ed al rialzo dei prezzi delle energie fossili, numerosi Paesi si interessano ormai all´energia nucleare come maniera per diversificare le loro fonti di energia». L´Iaea conferma ed assume il ribaltamento di un concetto che andava di moda solo poco tempo fa: le energie rinnovabili non sono competitive con il petrolio e il carbone, ora che lo sono diventate si ritira fuori dal cilindro il nucleare come alternativa "pulita".

Il rapporto Iaea prende atto del trend politico e rivede al rialzo le sue proiezioni per la produzione di energia nucleare al 2030, fornendo così alla Conferenza generale degli Stati membri che si terrà a Vienna il 29 settembre una buona piattaforma per spingere il nucleare, se non verso le mille centrali di Berlusconi, verso un 60% in più fra 22 anni. Il rapporto ha visto la luce sotto auspici poco fausti, visto che il giorno prima della sua presentazione c´è stato un incidente proprio in un laboratorio dell´Agenzia atomica che ha provocato una contaminazione da plutonio in una camera di stoccaggio a Seibersdorf, a 35 chilometri da Vienna.

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