[04/08/2008] Recensioni

La Recensione. A qualcuno piace caldo di Stefano Caserini

Il fatto che le attività umane siano il principale responsabile dell’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è ormai assodato. Concordano su questo scienziati (nella quasi totalità delle accademie) e non è più negato nemmeno da chi sino a poco tempo fa – come gli Stati Uniti- rimaneggiava addirittura rapporti per dimostrare che non vi era relazione tra le due cose.
E’ indubbio però che sui media trovano ancora spazio, a più riprese, argomentazioni tese a dimostrare che i cambiamenti climatici e la loro origine dovuta all’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera, siano solo una invenzione degli ambientalisti.

Dopo l’uscita di Bjørn Lomborg, il “padre” degli ecoscettici, con il suo libro di qualche anno fa, sono altri (scienziati non) ad essersi misurati sull’argomento per cercare di dimostrare quanto le teorie che vorrebbero un pianeta in surriscaldamento siano in effetti dettate ora da una smania di catastrofismo, ora da lobby che avrebbero tutto da guadagnare dalle tecnologie salvaclima.

Il libro di Stefano Camerini, docente di Fenomeni di inquinamento al Politecnico di Milano, che ha collaborato alla revisione del quarto Rapporto IPCC, cerca di riportare il dibattito entro i limiti della discussione scientificamente corretta. In “A qualcuno piace caldo”, Caserini prende infatti in esame le posizioni dei “negazionisti” e ne evidenzia le incoerenze, le manipolazioni e, in parecchi casi, i condizionamenti esercitati da lobby e gruppi di pressione, questi sì assai intenzionati a fare in modo che la cultura dominante del petrolio non perda terreno.

«Questo libro non è un trattato sulla climatologia del pianeta – afferma l’autore – scritto per spiegare lo stato della conoscenza sui cambiamenti climatici o le azioni intraprese a livello internazionale per contrastarli. Non vuole esserlo. Non è neppure un libro sulle azioni, grandi o piccole, da intraprendere per dare il proprio contributo quotidiano per limitare le emissioni di gas climalteranti».

L’intenzione è invece quella di provare a spiegare i cambiamenti climatici a partire dalle affermazioni dei sostenitori che il problema non esiste, provando a verificare se queste argomentazioni reggono il confronto con le tesi scientifiche. E lo fa, pur utilizzando un linguaggio scientifico, ma privo di tecnicismi, utilizzando, spesso, anche il metro dell’ironia, rendendo quindi la lettura assai dilettevole. Del resto già la scelta del titolo, richiama ad un cult movie che ha fatto divertire ormai più di una generazione.

Merita ad esempio segnalare il resoconto dell’audizione di Antonio Zichichi al Senato, durante la quale lo scienziato rievoca Galilei e riduce gli sconvolgimenti climatici ad un’equazione. O quanto riportato spesso sugli articoli di stampa, in cui si è arrivati a scambiare una nevicata primaverile per una tendenza al raffreddamento e dove spesso si tenta di trovare origini alternative, dalle macchie solari, alla ecorrenti oceaniche all’azione dei vulcani, per dimostrare che il contributo umano al riscaldamento del pianeta è una boutade. Tutte teorie che vengono, una ad una, smontate con argomentazioni scientifiche che non lasciano davvero spazio alla replica, cercando di trovare il difficile punto d’equilibrio fra scetticismo e catastrofismo.

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