[18/04/2006] Energia

Cernobyl, un rapporto di Greenpeace accusa l’Aiea

ROMA – Greenpeace ha presentato un nuovo rapporto sulle conseguenze del disastro nucleare di Cernobyl che rivela come le valutazioni ufficiali dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) sull’impatto sulla salute della catastrofe abbiano sottostimato l’impatto sulla salute umana.

L’associazione ambientalista rende noto che l’Accademia delle Scienze russa «stima che i tumori attribuibili a Cernobyl in Bielorussia siano circa 270 mila, di cui 93mila fatali». Il rapporto inoltre conclude che, sulla base dei dati demografici, «negli ultimi 15 anni circa 60 mila casi di morte in più si sono registrati in Russia e che le stime della mortalità totale in Bielorussia e Ucraina possono raggiungere altri 140 mila casi».

Nel complesso quindi si tratterebbe di un aumento di tumori mortali fino a 200 mila casi, registrati tra il 1990 e il 2004. Queste valutazioni contrastano con quelle del forum Cernobyl dell’Aiea che prevede appena quattromila morti attribuibili all’incidente, «senza specificare che questi si riferiscono al solo gruppo di 600 mila persone (i cosiddetti "liquidatori" e la popolazione spostata in altre aree dopo l’incidente), mentre il suo fall-out radioattivo ha coinvolto circa 2 miliardi di persone».

Ma il rapporto di Greenpeace denuncia anche il forte aumento delle malattie non tumorali: «E´ sconfortante che l’Aiea stia sminuendo l’impatto del più grave incidente nucleare della storia - dice Pippo Onufrio, direttore campagne di Greenpeace - Negare le implicazioni reali non è solo un insulto per le vittime ma porta anche a raccomandazioni pericolose, a rilocare le persone nelle aree contaminate; l’Aiea non può rimanere il controllore globale del nucleare se non ammette almeno che l’energia nucleare è responsabile di quelle vite segnate per sempre».

Il rapporto di Greenpeace arriva a ridosso del ventesimo anniversario della catastrofe di Cernobyl, il 26 aprile, per ricordare il quale domani si terrà anche un convegno a Roma, organizzato da Greenpeace e Legambiente ed è stato pubblicato insieme a una mostra fotografica visibile anche su www.greenpeace.it/cernobyl.

«Le immagini servono a ricordarci che le vite umane sono più di un numero - commenta Onufrio - Per ogni dato statistico c’è una persona che sta pagando un prezzo. Chiunque abbia dubbi sugli effetti dell’energia nucleare dovrebbe visitare la mostra per capire perché noi ci opponiamo».

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