[04/08/2008] Comunicati

Da Barack Obama a Barack rot?

LIVORNO. Diciamolo fuori dai denti: senza un governo statunitense forte e orientato diversamente da quello attuale di Bush, è praticamente impossibile pensare ad una governance globale affidata all’Onu capace di riorientare l’economia se non già verso l’ecologia, almeno verso una maggiore sostenibilità sociale e ambientale. Ed anche se di questo scenario – in tutta franchezza – Barack Obama non ne ha mai parlato, è ancora forte la speranza che sia lui a conquistare la Casa Bianca anche da parte di chi osserva questo importantissimo voto dal vecchio continente. Visto che l’alternativa McCain non rappresenterebbe alcuna rottura con l’attuale amministrazione.

Quasi banale ricordare che cosa significhi anche solo dal punto di vista storico un nero (finalmente) alla guida degli Usa pensando alle battaglie lacrime e sangue di Malcom X, Martin Luther King fino alle Pantere Nere solo per citare quella parte più conosciuta della storia americana del dopo guerra. Ma dopo l’emotività legata alla possibile nuova pagina di storia da scrivere, ci sono poi i programmi e le azioni che varranno più delle foto del giuramento di Barack Obama.

E qui qualcosa stona leggendo la notizia che il candidato democratico alla Casa Bianca si è detto favorevole, sulla scia della recente decisione di Bush di permettere di cercare petrolio a largo delle coste americane, a nuove trivellazioni. Quello che vogliamo osservare – che ci colpisce ma di certo non ci stupisce – è che la decisione di prendere una posizione più morbida rispetto ai no di inizio campagna elettorale, sarebbe stata presa dopo che i sondaggi vedevano un ritorno forte di McCain. Insomma, per vincere bisogna fare quello che la gente desidera e dagli inventori della politica marketing non potevamo non aspettarci (sig!) una virata di questo tipo.

Al di là del merito dell’iniziativa infatti, giustificazioni all’eventuale possibilità di appoggio alle nuove trivellazioni quali quelle che leggiamo «Il mio interesse è per una politica energetica che possa abbassare il prezzo del gasolio», sembrano davvero far pensare che dietro ci siano solo i sondaggi non più brillanti, piuttosto che una scelta magari ponderata da lui e dalla sua squadra.

Quello che osserviamo è inoltre una tendenza, più che la campagna elettorale va avanti, al cercare di accontentare tutti (vedi già quanto ha affermato sull’Irak). Lo slogan “Yes, we can” ci inquieta oltremodo e non vorremmo che per accontentare tutti, la storia insegna, si finisca per non accontentare nessuno con McCain che alla fine saluta tutti dalla stanza ovale. Noi riteniamo, dal nostro piccolissmimo punto di osservazione, che ci siano dirimenti questioni per le quali deve vincere Obama, e vorremmo proprio che restasse fermo su quelle per trovare uno spazio di manovra possibile quando (speriamo) sarà alla guida degli Usa. Se Barack Obama finisse in “baracca rotta” non ci perderebbero, infatti, solo gli Usa…

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