[01/08/2008] Rifiuti

Normativa ambientale: tela di penelope o gioco dell´oca?

LIVORNO. Il gioco dell’oca sul riordino della legislazione ambientale continua. Cambia governo e si riparte da zero, o quasi. Nel consiglio dei ministri di oggi, l’ultimo prima della pausa estiva, è stato approvato infatti un disegno di legge delega al governo, per rimettere mano al testo unico ambientale, approvato a fine corsa dal precedente governo Berlusconi e oggetto di revisione dal successivo governo guidato da Romano Prodi. Ora si riparte e se verrà concessa la delega (su cui dovrà esprimersi il parlamento) il governo avrà 12 mesi di tempo per emanare uno o più decreti delegati con i quali correggere o modificare i decreti legislativi emanati in attuazione della legge 308/2004 e che avevano dato luce al Dlgs. 152/2006, conosciuto anche come testo unico ambientale.

L’obiettivo di questa delega - si legge su Italia Oggi che ne riporta la notizia - è razionalizzare e semplificare l´ordinamento in tema ambientale (!) e creare una normativa più coerente, per assicurare maggiore certezza del diritto (sic!) agli operatori.

Inoltre si prevede tra gli obiettivi, l´adozione di misure per la riduzione quantitativa e qualitativa dei rifiuti, l´ulteriore promozione del riciclo e del riuso dei rifiuti anche come fonte energetica, il riordino del ciclo idrico integrato, la semplificazione delle procedure in materia di Valutazione di impatto ambientale (Via), Valutazione ambientale strategica (Vas) e Autorizzazione ambientale integrata (Aia).

In altre parole si vuole rimettere le mani su tutto quanto e soprattutto su tutto quanto era già stato oggetto di revisione. Visto che uno degli obiettivi dichiarati è quello di assicurare maggiore certezza del diritto agli operatori, viene da chiedersi come possa esservi certezza del diritto di fronte a questo infinito balletto. E quale peggiore servizio si possa fare a chi opera e a chi deve garantire il rispetto delle norme del fatto che non vi sia mai garanzia che le norme in vigore rimangano valide, almeno per un tempo congruo a mettere in atto una qualsiasi attività e quindi al rilascio delle dovute autorizzazioni. Per non parlare poi dei controlli, dei controllori e delle diverse opionioni e interpretazioni di questi e di quelli

Si dice che uno degli obiettivi della delega sia quello di adeguarsi alla direttiva comunitaria approvata il 21 maggio 2008, ai sensi della quale è stato istituito un elenco minimo di reati ambientali gravi, da considerare penalmente rilevanti in tutti i paesi aderenti all´Unione europea. Obiettivo condivisibile anche se pare abbastanza farsesco inasprire le pene, quando appunto non vi è alcuna certezza del diritto e alcuna garanzia dei tempi in cui questo diritto verrà applicato.

«Vogliamo operare per uno snellimento delle norme» ha dichiarato il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo nella conferenza stampa alla fine del consiglio dei ministri e ha sottolineato che l’intenzione è quella di «operare secondo quanto previsto dalle normative europee».

C’è da augurarsi allora che nella delega che viene richiesta dal governo per rimettere mano alla legislazione ambientale, vi sia anche l’obiettivo di recepire in maniera meno affrettata e più completa di quanto fatto sino ad ora (sia nel testo unico che nella sua revisione) della legge quadro sulle risorsa idrica che risale al 2000. Chiedere poi che si tenga presente che esiste ed è stata approvata anche una nuova direttiva quadro sui rifiuti, e che potrebbe essere quindi recepita, una volta tanto nei tempi dovuti, sembrerebbe fin troppo zelante.

Duro il commento del ministro dell´ambiente del governo ombra, Ermete Realacci:

«Ma di quali innovazione si parla? - si chiede Realacci - Ben due predecessori dell’attuale Ministro dell’Ambiente, prima Matteoli e poi Pecoraro Scanio, avevano ampiamente utilizzato lo strumento della delega ambientale. Peccato che alla prova dei fatti si è dimostrato uno congegno inefficacie e che espropria il Parlamento del suo ruolo. Sarebbe molto meglio, invece, che questi temi tornassero ad essere discussi proficuamente nelle aule di Camera e Senato, per produrre una normativa agile, snella, adeguata all’importanza delle materie ambientali».

Diverso il giudizio sull’altro provvedimento ambientale varato oggi dal Consiglio dei Ministri, quello sulle bonifiche dei terreni contaminati dalla camorra. «Qui lo spirito del provvedimento mi sembra positivo - conclude Ermete Realacci - e la confisca dei terreni è un valido modo per accelerare i tempi delle bonifiche».

Intanto n attesa che le norme vengano snellite, prepariamoci a continuare la fase d’incertezza. Che è poi la condizione standard (sic!) per il nostro paese.


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