[31/07/2008] Energia

Dall´Enea a Fumagalli c´è un punto fermo: risparmio ed efficienza energetica

LIVORNO. L´Enea, nel rapporto Energia e Ambiente 2007, ha provato a disegnare alcuni scenari possibili, per descrivere un futuro a bassa intensità di carbonio, creando alcune simulazioni delle compatibilità che devono essere rispettate per raggiungere nel nostro Paese gli obiettivi europei. Le ipotesi adottate sono quelle previste negli scenari Iea 2008, sia per quel che riguarda l´evoluzione del prezzo del petrolio che per quanto riguarda l´evoluzione e il costo delle diverse tecnologie energetiche. I quadri che emergono vengono definiti: Act, che prevede un´accelerazione tecnologica limitata alle tecnologie esistenti o già in fase di sviluppo avanzato; Blue, che prevede lo sviluppo di nuove tecnologie e una riduzione del 50% delle emissioni; Act+, che è la combinazione dei due precedenti scenari, il primo per il medio e il secondo per il lungo periodo. I risultati che sottendono ai diversi scenari descritti evidenziano che dati i «i tempi necessari per la disponibilità della tecnologia “zero emission”» non è pensabile prefigurare una produzione energetica, a queste condizioni, prima del 2025, con una quota sul totale che potrà arrivare al 9% nel 2040. Nella tecnologia zero emission, Enea configura anche la produzione energetica attraverso il nucleare, che – sostiene - «contribuisce senz´altro a modificare il mix energetico e dunque a rispondere al tema dell´approvvigionamento» e «arriva a contribuire alla riduzione complessiva delle emissioni per il 6% nel 2020 e il 10% nel 2040».

Ma l’Enea conferma anche (fortunatamente) «l´importanza decisiva dell´investimento nelle tecnologie per l´efficienza energetica e, in particolare, in quelle per l´efficienza negli usi finali dell´energia» perché da tale investimento dipende, secondo la simulazione, il 45% della riduzione delle emissioni. D’accordo sull’efficienza energetica, ma non sul nucleare (anche se ha confermato l’importanza di proseguire la ricerca sulla quarta generazione) Ermete Realacci, ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd, che è intervenuto alla tavola rotonda per la presentazione del rapporto Enea. «Sviluppo delle fonti alternative, innovazione, ricerca e ricorso a quella grande energia rinnovabile e non inquinante che è l’intelligenza umana. Queste sono le risorse che l’Italia deve mettere da subito in campo per affrontare la questione energetica e la sfida dei mutamenti climatici - ha detto Realacci -. Peccato che il Governo Berlusconi, invece, stia intraprendendo un pericoloso viaggio nel passato. Dai continui proclami sul nucleare, costoso e ancora insicuro e che in ogni caso non produrrà un Kwh prima della fine del prossimo decennio, agli annunci di ieri del Ministro Scajola che punta ad un1% di risparmio energetico annuo, del tutto insufficiente per allineare il nostro paese ai target europei» e ha annunciato che il partito Democratico a breve presenterà un disegno di legge con varie proposte in tal senso e con l’obiettivo di rottamare il petrolio.

Sulla necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica concorda anche Aldo Fumagalli (Nella foto), presidente della commissione Sviluppo sostenibile di Confindustria, che dalla pagine del Sole24Ore, declina quali secondo lui dovrebbero essere le scelte da intraprendere in tal senso. L’importante secondo Fumagalli è però non «incidere in maniera pesante sui livelli di sviluppo industriale ed economico del Paese». «Le imprese - sostiene ancora Fumagalli - hanno tutto l’interesse a usare bene l’energia. Già adottano politiche lungimiranti per il risparmio energetico e hanno raggiunto elevati standard di efficienza».

Peccato, potremo aggiungere, che poi si siano fermate. Se è vero infatti che c’è stato uno scatto sul miglioramento dell’efficienza energetica nel comparto industriale sino agli anni novanta – anche secondo il rapporto Ambiente Italia 2008 - da allora l’Italia mostra una sostanziale stabilità sull’intensità energetica (ovvero il consumo energetico per unità di Pil) mentre su scala europea si registra un costante miglioramento. E la cosa interessante è che la riduzione significativa dell’intensità energetica, nel corso degli ultimi quindici anni, si registra sia nei paesi che erano caratterizzati da intensità superiori all’Italia, sia in paesi che presentavano livelli paragonabili o inferiori, come la Germania.

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