[30/07/2008] Urbanistica

E Legambiente ai lavoratori delle cave: «Non fatevi strumentalizzare»

PIUOMBINO (Livorno). È stato detto che “si interviene a senso unico, senza il pur minimo pensiero per i lavoratori.”, “Ci troviamo di fronte ad un pericoloso fondamentalismo… per una monocultura ambientale che tenta di mettere in contrapposizione diverse realtà occupazionali”.

Niente di più falso, in realtà sia i relatori che gli intervenuti al convegno dell’11 luglio hanno chiesto tutele per i lavoratori delle cave ed un intervento, in particolare, era proprio diretto a voi:

Innanzitutto ricordiamo come tutti gli atti istituzionali prevedono il non rinnovo delle concessioni dopo la loro scadenza, anzi di procedere alla diminuzione delle escavazioni. Il protocollo d’intesa del 30 ottobre 2002 tra Regione, Provincia, Circondario e Comuni: “di giungere alla scadenza delle autorizzazioni comunali senza ulteriori rinnovi…la TAP che potrebbe consentire un minor fabbisogno complessivo.” e poi parla di “una riduzione delle quantità di materiale”

Il Consiglio Comunale di Piombino, presente il Sindaco di Campiglia M.ma, il 4 febbraio 2008, All’unanimità ha approvato un ordine del giorno che chiede:

- di escludere tassativamente aumenti delle escavazioni e prolungamenti delle concessioni rilasciate… e di aprire una discussione con tutte le istituzioni sul futuro della siderurgia;

- di vigilare con la massima attenzione sugli interventi di ripristino da realizzare;

- di valutare la possibilità di ridurre le coltivazioni della cava di Monte Calvi per salvaguardare l’attività del parco.

Quindi tutti sono d’accordo ad escludere un prolungamento del periodo del vostro lavoro nelle cave, anzi che questa attività va intanto ridotta. È chiaro che tutti, noi compresi ci poniamo il problema di reperire il calcare per la siderurgia ma questo non si estrae solo da Monte Calvi.

Inoltre i residui della siderurgia ma anche di altre attività entreranno comunque sul mercato e sostituiranno il materiale inerte scavato dalle colline: 300.000 tonnellate/anno della Tap, 500.000 (a regime) di scoria primaria di acciaieria della Lucchini, 450.000 di gessi rossi della Tioxide di Scarlino, 450.000 di scarto delle cave di San Carlo, a cui si aggiungeranno i materiali trattati delle bonifiche del territorio. Già in questi giorni la Lucchini ha ricevuto il permesso della Provincia per commercializzare le scorie di acciaieria e ha già stipulato contratti di fornitura per 200.000 tonnellate.

Tutto questo fa dedurre che occorre fin da ora un programma di azioni mirate alla vostra situazione occupazionale, che assicuri una conveniente ed opportuna ricollocazione. Per questo abbiamo chiesto e continueremo a sollecitare le istituzioni ad impegnarsi per fare accordi con aziende che assicurino per voi un passaggio non traumatico verso situazioni occupazionali accettabili e garantite. Inoltre possono essere fatti progetti su quei territori, come il recupero di siti e impianti finalizzati all’archeologia industriale o alle bonifiche ambientali, che possano impegnarvi con un reddito adeguato e sicuro senza nemmeno un giorno di precarietà. Occorre però che per tempo venga programmato il vostro inserimento. Fa parte della nostra cultura difendere i bisogni della persona come una sana economia basata sul rispetto della natura e delle risorse. In questo momento e con questi piani approvati le risorse si stanno sprecando, ormai le escavazioni non sono più legate alle necessità dell’industria del nostro territorio ma soprattutto alla volontà di facili guadagni.

Oltre a queste cose, dette pubblicamente al convegno di Venturina, vogliamo rivolgervi un piccolo appello ed evidenziare il pericolo che noi vediamo: che voi siate usati come massa di manovra per prolungare a dismisura l’arricchimento di pochi e magari mandati in piazza a reclamare nuove concessioni di cava. Basta leggere alcuni articoli sui giornali di questi giorni per capire ciò.

Non fatevi strumentalizzare, chiedete da subito a sindacati e istituzioni l’apertura di una trattativa per un vostro futuro sereno e valorizzatore delle esperienze e competenze acquisite, come in altri casi è stato fatto in passato nel territorio della Val di Cornia. A voi non servono ora strumentali attestati di solidarietà, ma piuttosto atti concreti che vi garantiscano. Noi saremo con voi perché la tutela dell’ambiente e la difesa del lavoro devono essere una cosa sola.

* presidente circolo Legambiente Val di Cornia

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