[30/07/2008] Energia

Biocarburanti: il Brasile avanti tutta. La Russia frena?

LIVORNO. Petrobras, il colosso brasiliano del petrolio e del gas, ha avviato il suo primo impianto di produzione biocarburante e lo ha affidato ad una sua filiale speciale incaricata solo di produrre bio-combustibili, la Petrobras Biofuels. Ad inaugurare l´impianto, che produrrà 57 milioni di litri di biocarburante all´anno, è accorso il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva in persona.

La "raffineria" di Candeias, nello Stato di Bahia, è la prima di tre impianti già realizzati da Petrobras Biofuels, le altre due fabbriche entreranno in funzione ad agosto a Montes Claros, nel Minas Gerais, e a Quixada, nel Ceara. Nei tre impianti Petrobras ha investito 184 milioni di dollari e spera di produrre in totale 170 milioni di litri di biocarburante, utilizzando olii vegetali, grassi animali ed olii di frittura esausti.

Secondo Petrobras Biofuels «Circa il 58% delle materie prima delle fabbriche saranno acquistate dagli agricoltori, 55.000 persone beneficeranno così del progetto». Ma, mentre il Brasile continua imperterrito sulla strada dei bio-carburanti, in un´altro Paese che sembrava destinato a diventare il nuovo Eldorado degli agro-combustibili, la Russia, cominciano a sorgere i primi dubbi sulla convenienza di trasformare i cereali (sempre più costosi e richiesti) in biofuel. E le perplessità non vengono proprio da un ambientalista terzomondista.

Arkadi Zlotchevski, presidente dell´Unione cerealicola russa, intervenendo ad una tavola rotonda sulle energie rinnovabili, ha detto che «l´utilizzo di biocarburanti in Russia non è né giustificato né necessario. Il problema risiede nella complessità del processo di degradazione della cellulosa, necessario alla produzione dell´alcool utilizzato nei biocarburanti. Questa tecnologia è allo studio nei Paesi Bassi, ma è golosa di energia e non è giustificabile economicamente».

Zlotchevski smentisce le affermazioni sulla grande potenzialità degli eco-carburanti russi fatte da esperti e dallo stesso ministero dell´agricoltura: «La produzione di biocarburanti a partire dal grano non è redditizia per la Russia, e il mais non è sufficientemente diffuso per alimentare una tale produzione. L´utilizzo di biocarburanti a base di mais è ottimale per gli Stati Uniti, dive la produzione raggiunge 150 milioni di tonnellate all´anno. Inoltre, l´utilizzo dei biocarburanti in Russia costituirebbe una decisione puramente politica e richiederebbe un importante sostegno dello Stato, altrimenti non sarebbe redditizio. In più, questo tipo di coltura contribuisce al riscaldamento climatico».

La conclusione presidente dell´Unione cerealicola russa è abbastanza contraddittoria, ma in linea con la politica energetica nuclearista del Paese: «Sarebbe più giudizioso di prendere in considerazione altre fonti di energia alternativa, come il nucleare e l´idrogeno».

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