[29/07/2008] Energia

Mini-idro in Arno, presentati tre progetti

FIRENZE. Il 28 luglio 2008 era la data stabilita dalla provincia di Firenze per la presentazione dei progetti per il ripristino delle vecchie traverse disposte lungo il fiume Arno e per lo sfruttamento dell’acqua ai fini della produzione idroelettrica nel tratto che attraversa il territorio provinciale.

L’amministrazione nel gennaio scorso aveva pubblicato un “Avviso indicativo di finanza di progetto”, al fine di stringere una collaborazione con il mondo imprenditoriale nella duplice prospettiva suddetta. La risposta delle aziende non si è fatta attendere: tre grandi gruppi d’imprese e studi di progettazione di rilievo nazionale hanno presentato altrettante proposte. Tale iniziativa era stata intrapresa dopo che alcuni approfondimenti (tecnici, scientifici, finanziari) condotti dalla Direzione Difesa del suolo e Protezione civile della provincia, unitamente all’Università di Firenze (Dipartimento di Scienze della Terra), avevano confermato la sussistenza dei requisiti di convenienza e sostenibilità finanziaria. Dalle stime fatte, sfruttando 12 briglie delle 20 presenti sul territorio fiorentino, è stata calcolata la possibilità di produrre 47 Gw per un valore di 9 milioni di euro l’anno.

La provincia risparmierebbe 47 milioni di euro sulle spese di manutenzione e avrebbe un introito di circa 200 mila euro l’anno come diritti di concessione. Le proposte progettuali pervenute saranno vagliate nei prossimi mesi dalla provincia col supporto di esperti. Fra queste, verrà individuata quella più rispondente al pubblico interesse. Il relativo progetto preliminare verrà successivamente posto in gara secondo l’iter procedurale previsto dal codice dei contratti. L’idea progettuale, molto interessante, si inquadra nelle previsioni del Pier (Piano di indirizzo energetico della Regione Toscana) che prevede una crescita al 2020 del 31% come potenza installata nell’idroelettrico (da 320Mw a 420Mw), tutta basata sul minidro,ovvero su impianti al di sotto della soglia dei 3Mw. Nel caso in cui i “salti” siano esistenti, come in quello fiorentino, l’impatto di questi impianti è modesto.

Nelle altre situazioni è giusto fare un’attenta analisi di contabilità ambientale visto che non tutti i corsi d’acqua sono vocati per questo utilizzo. Nel contesto non appare più rimandabile un piano regionale per l’individuazione dei siti in cui poter realizzare gli impianti, con relative modalità di mitigazione degli impatti ed annesso piano di monitoraggio ante, in corso e post opera.

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