[29/07/2008] Comunicati

L´integrazione e il messaggio di speranza che arriva dalla Toscana

LIVORNO. «Le misure attuate in Italia non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi». Questo il commento di Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d´Europa, nel rapporto sulla visita compiuta in Italia per discutere della nuova politica italiana in materia di immigrazione e della situazione dei nomadi. Hammarberg si è detto preoccupato per tutti gli atti di violenza avvenuti in Italia ai danni di campi nomadi.

L’Italia dunque, vista dall’Europa non è diversa da quella che anche noi dall’interno osserviamo, ovvero un Paese che ha scelto l’arroccamento su posizioni che puntano al mantenimento dello status quo con recrudescenze razziste che riportano d’attualità i fantasmi del passato. Il messaggio che questo governo sorretto da una bella fetta dell’opinione pubblica è di avversione verso l’altro e il diverso.

Nonostante le statistiche demografiche italiane indichino a chiaramente che l’Italia sarà sempre più una nazione popolata da stranieri, in pochissimi intravedono in questo un’opportunità di crescita culturale verso il cosmpolitismo, unica strada che porta ad una vera sostenibilità sociale nell’epoca delle migrazioni di massa.

Che ancora non hanno fatto i conti con i prossimi possibili arrivi dai paesi che per primi subiranno i cataclismi dei cambiamenti climatici. Si pensa ad alzare le barriere e chissà forse si costruiranno presto dei muri invece di almeno far crescere – in contemporanea ad un giusto rigore nel rispetto della legge da parte anche dei nuovi cittadini italiani – un sentimento di rispetto e integrazione. Nessuno dice che questo passaggio sia facile o indolore, ma riteniamo che si sia presa la strada in contromano.

Cacciando i ragazzi africani che vendono le loro mercanzie (pur illegali) dalle spiagge si sposta solo un problema da una parte all’altra, e assumendoli con salari minimi per i lavori manuali è un’operazione che assomiglia più ad una lavatura di coscienza che a una politica di integrazione lavorativa. Quando non sfocia (e succede spesso) addirittura in sfruttamento della manodopera sino a riduzione allo schiavismo. E non vogliamo parlare di quanto sta accadendo a Roma per via della casa di legno costruita dai rom...

Nessun buonismo o facile ricetta, però almeno un salto di qualità nell’affrontare un problema che riguarda tutto il mondo e non solo l’Italia quindi, si impone fortemente perché con questo andazzo sono i ghetti che proliferano, con alcun beneficio anche per chi oggi vorrebbe cacciar via tutti gli extracomunitari e non solo dall’Italia.

La Toscana, invece, almeno negli intenti del presidente della Regione Claudio Martini, vuole proseguire su un altro binario che poco visibilità purtroppo ha trovato sulla stampa nazionale. Il meeting di San Rossore, infatti, ha chiuso con un messaggio questo sì di speranza che deve assolutamente trovare riscontro almeno nella nostra regione su questo tema da sempre in prima linea. Dalla ricerca di una sostenibilità sociale passa anche quella ambientale.

L’istruzione, il cosmopolitismo, la cultura, la scienza, la ricerca, la convivenza tra i popoli, lo spirito comune nell’affrontare i grandi problemi planetari derivati da un pessimo governo dei flussi di materia e di energia sono tutte componenti essenziali della riconversione – ineludibile - dell’economia verso la sostenibilità ambientale e sociale. Da qui passa il futuro delle prossime generazioni che ci giudicheranno proprio su quanta strada abbiamo fatto verso quell’obiettivo riconosciuto obbligatorio non solo dagli ambientalisti, ma da economisti di chiara fama e dai politici più illuminati.

Martini, parlando della positiva conclusione del percorso del meeting che ha preso le mosse proprio da San Rossore, la tenuta dove 70 anni fa furono promulgate le leggi razziali. ha detto di aver «bonificato questi luoghi, spinti da un anniversario infausto, cercando di voltare pagina. Ora possiamo ricominciare a coltivarli». La svolta simbolica rispetto alla deriva razzista del 1938 è stata sancita dalla giunta regionale che ha approvato nei giorni del meeting una delibera in cui, oltre a prendere le distanze dalle leggi razziali, ha fatto proprio il manifesto antirazzista degli scienziati, presentato da Marcello Buiatti.

La novità è stata che la giunta ha voluto affiancare una proposta concreta, che affida alle scuole la possibilità di programmare, all’interno dell’orario scolastico, attività di educazione alla convivenza e contro il razzismo. Il presidente ha poi riconfermato che per il 2009, in occasione dell’anno galileiano, il meeting di San Rossore sarà dedicato al tema della scienza e dei legami fra questa e la riaffermazione di principi, valori, diritti come la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità dello sviluppo.

Se abbiamo paura dell’altro e del diverso, significa che si ha paura di noi stessi che diventiamo altri e diversi quando usciamo dal nostro paese. Il Dna non distingue le razze, sarà il caso che anche l’uomo prima o poi lo capisca anche perché nella legge della giungla, se è questa l’idea che si intende percorrere, contano i numeri e, rispetto agli italiani, gli altri sono molti ma molti di più…

Torna all'archivio