[28/07/2008] Consumo

La manioca da coltivazione orfana a tubero salva-mondo?

LIVORNO. Nei giorni scorsi a Gent, in Belgio si è svolto la prima Conferenza scientifica mondiale della Global Cassava Partnership, un consorzio che include Fao, Ciat, Iita, istituti nazionali di ricerca, Ong e imprenditoria privata.

A Gent, esperti e studiosi del settore hanno sottolineato che «la comunità internazionale non può continuare ad ignorare la difficile situazione dei paesi tropicali a basso reddito che sono stati i più colpiti dall´aumento dei prezzi del petrolio e dall´inflazione galoppante dei prezzi alimentari» e hanno sollecitato maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo per aumentare i redditi dei contadini e per esplorare promettenti impieghi industriali della manioca, come la produzione di biocarburanti.

A livello mondiale, la manioca, con una produzione stimata nel 2006 di 226 milioni di tonnellate, è la quarta coltivazione per importanza nei paesi in via di sviluppo, è l´alimento base di circa un miliardo di persone in 105 paesi, dove questi tuberi forniscono oltre un terzo delle calorie quotidiane, ed è ampiamente coltivata in Africa tropicale, Asia e America latina. Secondo la Fao, questo tubero avrebbe un enorme potenziale non sfruttato: «attualmente i rendimenti medi della manioca sono appena del 20 per cento rispetto a quelli che si potrebbero ottenere in condizioni ottimali. La manioca è anche la fonte di amido più economica che esista, ed è utilizzata in più di 300 prodotti industriali. Una promettente applicazione è la fermentazione dell´amido per la produzione di etanolo utilizzato come biocombustibile».

Ma l ´organizzazione per il cibo e l´alimentazione dell´Onu avverte anche che «qualsiasi politica che incoraggi un cambiamento verso la produzione di biocarburanti non può prescindere dal considerare gli effetti che questo potrebbe avere sulla produzione e sulla sicurezza alimentare».

Il summit della Global Cassava Partnership ha definito quella della manioca una "coltivazione orfana" perché il tubero «viene coltivato da piccoli agricoltori tagliati fuori dai canali di commercializzazione e di lavorazione agro-industriale, ed in aree con scarso accesso, se non nullo, a varietà migliorate, ai fertilizzanti e ad altri input produttivi. I governi non hanno ancora fatto gli investimenti necessari per incrementarne il valore aggiunto, fattore che renderebbe competitiva la produzione dell´amido di manioca su scala internazionale» ed ha discusso dello stato attuale della produzione mondiale della manioca e delle sue prospettive future. Gli esperti hanno concordato su diversi nuovi progetti, che saranno offerti subito alla comunità dei donatori, e su una serie di investimenti necessari perché a la manioca possa sviluppare appieno il suo potenziale per affrontare la crisi alimentare ed energetica mondiale.

«Tra le iniziative concordate - spiega la Fao - la creazione di un sistema di distribuzione a catena per canalizzare i progressi tecnici ai contadini poveri lungo tutta la filiera "dalle sementi al campo al mercato", l´incremento della fertilità del suolo attraverso una migliore gestione ed un maggiore utilizzo dei mezzi produttivi, il miglioramento delle conoscenze scientifiche di base sulla manioca, come la genomica, l´espansione del mercato attraverso lo sviluppo di prodotti post-raccolto, e la formazione per la prossima generazione di ricercatori di manioca nei paesi in via di sviluppo».

Torna all'archivio