[25/07/2008] Parchi

Riserve marine, è polemica tra Plemmirio e Greenpeace

LIVORNO. Greenpeace ha dato le pagelle alle aree marine protette, sulla base del rapporto “Riserve marine ai raggi X” fatto in collaborazione con DAN (Diving Action Network) e NASE (un’associazione didattica subacquea) all´interno del progetto DES (Divers Environmental Survey) che ha verificato 12 parametri ambientali (vedi articolo di greenreport).

I risultati del monitoraggio promuovono Pianosa, Portofino e Capo Carbonara, ma anche Tavolata, Capo Caccia, Tor Paterno e Ventotene. Pagella negativa per Plemmirio e Isole dei Ciclopi, mentre Porto Cesareo e Cinque Terre raggiungono appena la sufficienza.
«Questa non è una indagine ai raggi X, ma una cialtronata!» ha esordito il direttore dell’area marina protetta del Plemmirio, Enzo Incontro, che abbiamo raggiunto al telefono.

«Non si può spacciare per un monitoraggio una mezza giornata di immersione e scambiare un relitto per una rete da strascico» ha continuato Incontro «Questo modo di operare dequalifica il mondo degli ambientalisti. Non si fanno così le indagini sull’ambiente. Almeno Goletta Verde, si ferma fa quello che deve fare con la dovuta accuratezza e poi si esprime».

Si legge sul sito dell’amp del Plemmirio che è stata avvistata una foca monaca, esemplare che sembrava ormai scomparso dai nostri mari, una notizia davvero importante.
«Esatto. I primi ad imbattersi nel mammifero, che in Italia sembra si sia estinto almeno dagli anni ottanta, sono stati due esperti sub impegnati in alcune immersioni in una zona dell’oasi marina siracusana. Dopo questa prima segnalazione gli avvistamenti si sono moltiplicati. Potrebbe trattarsi di un esemplare giovanile che si è separato dal branco e in area marina ha ritrovato il suo habitat. E’ evidente che va verificato, ma si può ritenere già un risultato di tre anni di attenta salvaguardia dell’ambiente marino e, se si confermasse la presenza della foca monaca, questo ci imporrà di potenziare ulteriormente i dispositivi di protezione».

Anche se non sembra proprio un bel momento per quanto riguarda le aree marine protette Federparchi segnala che la conversione del decreto legge 112 (sullo sviluppo economico) introduce una nuova e pesantissima limitazione alla loro possibilità di operare, vietando il rinnovo dei contratti dirigenziali e il mantenimento in servizio, per più di tre anni, di lavoratori con contratti di tipo flessibile.
«Siamo allo stritolamento totale. Questa è la conseguenza delle decisioni prese a tavolino senza sapere bene a cosa si fa riferimento. Quando le aree marine protette erano la metà rispetto ad ora, si aveva il doppio dei finanziamenti, adesso succede esattamente il contrario. E’ in atto una emarginazione totale del sistema delle aree protette in generale e delle aree marine protette in particolare, quando invece si è dimostrato un settore strategico della tutela dei nostri ambienti marini. Questo disinteresse riduce al lumicino le speranze di sostenere una attività che aveva posto l’Italia all’avanguardia, con oltre un quarto di tutte le riserve marine del Mediterraneo. Con buona pace per gli impegni internazionali, le convenzioni sulla tutela della biodiversità e le promesse di salvaguardia del sistema complessivo delle aree protette».

Ma crede che possa esserci un ripensamento?
«Ce lo auguriamo. La settimana prossima abbiamo un incontro con la Commissione ambiente del Senato e speriamo che serva a qualcosa. Ma è comunque evidente che il tema ambiente per questo governo è proprio materia sconosciuta».


Nella foto la pagella di Greenpeace

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