[21/07/2008] Rifiuti

Coordinamento Rifiuti zero, Tia e...impianti a sostegno della RD

LIVORNO. La prima azione concreta che i comitati del Coordinamento Rifiuti Zero dell´area della costa stanno intraprendendo – che dopo averla presentata a Pietrasanta lo hanno fatto sabato a Livorno - è volta a richiedere che «tutti i comuni della nostra ATO spingano in avanti le raccolte differenziate adottando la strategia della raccolta “porta a porta” che è l’unica che possa permettere ai comuni di mettersi in regola con le percentuali minime di raccolta differenziata previste dall’attuale legislazione italiana».

«Il Decreto Legislativo 152/06 – ricorda il Coordinamento - prevede all’articolo 205 che tutti i comuni raggiungano almeno il 45% di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2008. L’obbligo non è solo formale dal momento che i comuni che non lo rispetteranno avranno un aggravio del 20% sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati e perciò i cittadini di molti comuni del nostro territorio rischiano di vedersi penalizzati a causa di amministrazioni inadempienti agli obblighi di legge».

«Per questo motivo – prosegue - i comitati locali aderenti al Coordinamento stanno per far partire precise lettere-diffida alle amministrazioni comunali domandando ai sindaci cosa intendono fare per incrementare le raccolte differenziate e mettersi in regola con la legge. E’ chiaro infatti che, in mancanza di precise risposte ed interventi, i cittadini dei comuni inadempienti potrebbero ricorrere all’autoriduzione della tariffa pagata per lo smaltimento rifiuti rifiutandosi di pagare un aggravio che non dipende da loro ma dall’inefficienza dei comuni e delle aziende che non riescono a rispettare i limiti imposti dalla legge. Le amministrazioni comunali non hanno quindi nessuna scusa per non mettersi in regola».

La richiesta del Coordinamento è senz’altro fondata, ma non vorremmo che, ancora una volta, si scambiasse una parte del problema (la raccolta differenziata) con la gestione complessiva e con il governo dei rifiuti. Fatta la raccolta differenziata e ottenuti gli obiettivi prefissati senza far ricadere, nel caso in questione, le spese del mancato raggiungimento sulla collettività, significa aver compiuto un tratto di strada. Certamente importante e preliminare, ma il problema anche in Toscana appare esattamente quello di un deficit impiantistico. A prescindere dalla diatriba inceneritori discariche, mancano gli impianti a sostegno delle raccolte differenziate. E senza questi impianti non può darsi riciclo. E senza riciclo effettivo si rischia di pagare due volte per avere gli stessi effetti negativi sull´ambiente.

Il caso Revet, è di questi giorni, ma quello dell´assenza di impianti di compostaggio (anche nelle realtà virtuose ) è di questi anni. Spesso ci si trova nella condizione di non saper come gestire il rifiuto raccolto in modo differenziato, anche tra l’altro per un’altra decisiva questione: la mancanza di una filiera completa che permetta di vendere il prodotto finito derivato dal riciclaggio effettivo. Raccolta e riciclo non sono infatti la stesa cosa ma se non vengono agiti in contemporanea tutto si perde in chiacchiere infinite

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