[21/07/2008] Energia

Se il mercato fa da sé…fa da sè

LIVORNO. Riorientare l’economia verso la sostenibilità ambientale e sociale non è un slogan, o almeno non lo è più da diverso tempo. Lo impone (imporrebbe) lo stesso mercato e i segnali arrivano quotidianamente. Come commentare, infatti, in altro modo l’amministratore delegato di Ibm Italia, Nicola Cimiero, che sulle pagine de Il Giornale afferma candidamente: «La scelta ecologica è un obbligo: altrimenti fra 30 anni non avremo più clienti». In barba ai filosofi della dematerializzazione, è risaputo, i nostri fedeli strumenti di lavoro, ovvero i pc e più in generale la tecnologia informatica, produce - attraverso i server - un inquinamento pari a quello di tutta l’aeronautica mondiale. Senza tener conto dell’ampio digital divide ancora da colmare. Dal punto di vista economico, almeno quanto da quello ambientale, non ridurre drasticamente i consumi energetici e di materia di questo settore equivale quindi davvero a tagliare il ramo sul quale l’It sta seduta.

Di esempi simili tra l’altro se ne possono fare a bizzeffe semplicemente scorrendo la rassegna stampa anche degli ultimi tre giorni. A partire dalla grandi manovre (vedi Repubblica di sabato) delle compagnie aeree costrette a metter mano ai consumi di carburante e acqua, attraverso anche voli più lenti, per evitare il crac finanziario. Oppure all’industria dell’automobile che accelera sì, ma nella produzione di macchine a basse emissioni e ridotti consumi. Che fa il paio con la notizia, solo apparentemente in contraddizione, che il suv dell’Audi, il più costoso che c’è in commercio, ha liste di attesa fino ad un anno. Notizia che significa sostanzialmente che qualcuno, i soliti, da questa crisi non sono neppure scalfiti, mentre chi fatica ad arrivare a fine mese, i soliti più quelli che fino ad ieri in fondo al mese ci arrivavano, magari ora scelgono la bici o il bus.

Significativo inoltre che aziende, quali il Gruppo industriale Tosoni, compri un’itera pagina del Sole24Ore per pubblicizzare il fatto che loro sono all’avanguardia nell’efficienza energetica in edilizia. E che per dare notizia di questa eccellenza pubblichino un articolo che potrebbe essere stato scritto da un’associazione ambientalista. Greenwashing? Può darsi, ma più probabilmente questa attenzione è data dai bilanci economici che sono ormai sempre di più inscindibili da quelli ambientali.

Il mercato dunque cerca di adeguarsi, che significa appunto riorientamento anche estremamente rapido verso il risparmio energetico, ad esempio, ma che ha o può avere ‘effetti collaterali’ altrettanto rapidi, ma molto meno auspicabili. Quali licenziamenti in tronco sulla falsa riga di General Motors che appurato il crollo di vendita di suv, vuol chiudere la linea e mandare migliaia di persone a casa. Così pure Fiat che apre la cassa integrazione mentre rilancia l’auto a metano e la Panda eco.

Economia ecologica senza, o a ridotto, impatto sociale si può fare solo con politiche di incentivazione che aiutino la riconversione che diversamente segue – e non potrebbe essere diversamente – criteri di mercato. Un ottimo esempio è Industria 2015, ovvero il disegno di legge sulla nuova politica industriale varato dal precedente governo il 22 settembre 2006, e che stabilisce le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano del futuro. In larga parte orientato sull’efficienza energetica e sulla mobilità sostenibile con incentivi inclusi ovviamente. Queste sono le iniziative che un governo che vuole rilanciare la propria economia dovrebbe fare – magari poi rivendicandole prima e durante le elezioni, ma questo è un´altra questione – e siamo certi, i segnali come detto non mancano, che l’industria sarebbe la prima a cogliere al volo queste iniziative – come infatti sta accadendo - che danno il tempo necessario anche per non avere ricadute, o ridurle al minimo, sul piano sociale, ovvero sui posti di lavoro. Anzi, chi sa cogliere le opportunità che la crisi economica derivante da un malgoverno dei flussi di energia e di materia suo malgrado crea, può uscire da questo tunnel con le spalle più forti di prima.

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