[16/07/2008] Trasporti

Ntv: il treno che va in contro al...mercato (e non potrebbe essere altrimenti)

LIVORNO. Luca Cordero di Montezemolo, libero dagli incarichi della presidenza di Confindustria si è appassionato di treni: e non di riproduzioni in miniatura da collezionare si tratta, bensì di veri e propri prototipi destinati all’alta velocità. I primi modellini, naturalmente rosso Ferrari, dei treni che viaggeranno a 300 km all’ora, sono stati presentati ieri a Roma ma non saranno pronti prima del 2011. E saranno privati.

Nuovo trasporto viaggiatori (Ntv), la società che fa capo a Montezemolo e di cui sono azionisti, tra gli altri, Diego Della Valle, Alberto Bombassei e Intesa San Paolo con Corrado Passera, ha già ottenuto la licenza d’impresa ferroviaria dal ministero dei Trasporti e si avvia a diventare il primo competitore privato delle ex ferrovie dello Stato, adesso suddivise in varie holding per opera del processo di liberalizzazione.

La società intende mettere sui binari 25 treni ad alta velocità, come quelli presentati ieri, da 11 carrozze per un totale di 460 posti, che dovranno viaggiare ad una velocità superiore ai 300 chilometri l’ora effettuando 54 viaggi al giorno. Tre le direttrici, obbligate anche dal fatto che non sono ancora molte le tratte ad alta velocità lungo lo stivale e che, da quanto si annuncia anche per i prossimi anni, gli investimenti in tal senso saranno assai modesti. Comunque dalle previsioni di Ntv dal 2011 i treni rosso Ferrari viaggeranno tra Roma e Venezia passando per Firenze, tra Torino e Salerno toccando Milano e ancora Firenze e al sud tra Roma e Bari.

Firenze è quindi un nodo fondamentale anche per questa nuova impresa dei trasporti, che – come vuole la più classica dinamica dei mercati - va a soddisfare e ad intercettare un segmento del tutto parziale (anche se importante) del settore, che è poi quello su cui si concentra il più alto ritorno economico e quindi di profitti per l’impresa.

Un settore che necessita di alti investimenti infrastrutturali (come Firenze sa bene) la cui realizzazione va a discapito- ancor più in momenti di scarse risorse- ad altri settori del trasporto pubblico che potrebbero soddisfare una domanda collettiva di mobilità. Non è un caso che anche da parte di Trenitalia si concentrino le risorse su alcune tipologie di treni (a lunga percorrenza) e su alcune determinate tratte, tagliando sempre più gli investimenti nelle tratte locali e nelle linee destinate al trasporto pendolare.

A dimostrazione del fatto che non si può garantire il trasporto pubblico lasciandolo alle dinamiche del mercato e che le politiche per la mobilità delle merci e delle persone devono rientrare in un quadro di programmazione strategica che deve obbligatoriamente afferire al comparto pubblico.
Che deve tenere in bilancio non solo i costi da sostenere e i ricavi ottenibili da un programma di trasporti collettivi, ma anche i ritorni complessivi che si ottengono dalle politiche che mirino alla loro implementazione.

Spostare la mobilità delle persone e delle merci dalle strade alle ferrovie significa minori emissioni di anidride carbonica come anche minore congestione delle città e delle aree metropolitane e quindi migliore qualità dell’aria. Che si accompagna ad una diminuzione delle patologie legate all’inquinamento e quindi ad un numero minore di ricorsi alle cure e all’ospedalizzazione sino ad un significativo decremento dei decessi. Tanto per mettere in conto le voci più eclatanti da inserire nel bilancio, che non potrà però mai essere quello strutturato da una impresa privata, dato che dovrebbe internalizzare costi che sono a capo dell’amministrazione pubblica e non all’impresa privata. La quale anzi – in un processo di libero mercato- chiederà di avere più spazio per poter operare. Naturalmente nella direzione che più le conviene e che difficilmente coinciderà con quella che è la funzionalità richiesta dal sistema pubblico.

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