[15/07/2008] Energia

Commissione Ue dà via libera (con prescrizioni) a centrale nucleare di Mochovce

BRUXELLES. Oggi la Commissione europea ha espresso il suo atteso parere sul progetto della Slovenské Elektrárne riguardante l’avvio delle unità 3 e 4 della centrale nucleare di Mochovce in Slovacchia, in applicazione degli articoli 41 e 44 del Trattato Euratom che prevedono che tutti i nuovi investimenti relativi ad attività nucleari devono essere comunicati alla Commissione che deve poi inviare il suo parere allo Stato interessato.

Il parere è positivo con qualche prescrizione e sarà soddisfatta l´Enel che prevede di spendere circa 1,9 miliardi di euro per il completamento dell’intero impianto di Mochovce 3 e 4, quello che Greenpeace e diverse Ong slovacche e tedesche hanno definito «uno degli impianti più antiquati d´Europa in quanto privo del guscio di contenimento necessario a proteggere i reattori da accidenti esterni e ad evitare il rilascio di radioattività nell´ambiente».

La pensa evidentemente diversamente la Commissione Ue che, dopo una lunga discussione con i gestori della centrale nucleare, ha concluso che «a condizione che le sue raccomandazioni siano messe in opera, tutti gli aspetti dell’investimento in questione sono conformi agli obiettivi del Trattato Euratom». Secondo la documentazione fornita alla Commissione, le unità 3 e 4 sono reattori ad acqua pressurizzata, di una potenza totale installata di 880 MWe. Si tratta di VVER 440/V213 progettati e realizzati dai sovietici e la loro entrata in servizio è prevista nel 2012-2013, con investimenti previsti per circa 1,6 miliardi di euro.

La Commissione ha preso atto della concezione particolare della centrale nucleare di Mochovce e «si è concentrata in particolare sugli aspetti relativi alla sicurezza. In questo settore, anche se il progetto rispetta la regolamentazione nazionale in vigore in Slovacchia, così come le raccomandazioni internazionali, la Commissione, fondando la sua valutazione sulle migliori pratiche esistenti, ha raccomandato una serie di misure supplementari. In effetti, i reattori VVER 440/V213 proposti dagli investitori non dispongono di una struttura di “confinamento totale” simile a quelle utilizzate nelle centrali nucleari più recenti, la cui costruzione è prevista o è in coso in Europa. La Commissione ha stimato che un livello di protezione equivalente a quello apportato attraverso un “confinamento totale” deve essere assicurato. In particolare, raccomanda che l’investitore, in stretta collaborazione con le autorità nazionali, valuti e metta in opera dispositivi, capacità funzionali e strategie di gestione supplementari al fine che la struttura di base dell’investimento proposto possa sopportare, all’occasione, un impatto provocato da una causa esterna (per esempio l’impatto volontario di un piccolo aereo), in maniera da rendere il progetto della centrale conforme alle migliori pratiche esistenti».

La Commissione dà quindi in parte ragione alle preoccupazioni di Greenpeace che solo poco tempo fa denunciava che «qualora la Commissione Europea autorizzasse l´attivazione dell´impianto, nel 2012 (data indicata per la fine dei lavori) entrerebbe in funzione a Mochovce uno stabilimento già vecchio di 40 anni, pericoloso per l´Europa centrale e l´Italia», ma poi arriva ad una conclusione contraria.

La nota della Commissione lascia da parte le pecche del progetto e sottolinea «l’importanza della diversificazione delle fonti per la sicurezza dell’approvvigionamento di combustibile dell’insieme dell’industria comunitaria, così come la necessità di una gestione dei fondi di smantellamento conformemente alle sue raccomandazioni. La Commissione continuerà a seguire da vicino l’evoluzione delle attività industriali nucleari in rapporto agli investimenti di Mochovce, soprattutto per quel che riguarda la sicurezza e la sicurezza pubblica».

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