[14/07/2008] Parchi

La "Carta di Feltre": parchi per una sola terra

FELTRE (Belluno). Questo documento è il frutto di una prima proposta del parco nazionale Dolomiti Bellunesi, elaborata in base ai contributi ricevuti sul forum e alla Conferenza “Parchi per una sola Terra”. Viene proposta all’attenzione della “gente dei parchi”, degli enti di gestione, delle associazioni, di tutti i cittadini, affinché ne possano discutere e, aderendovi, sostenere il movimento culturale che chiede il rafforzamento della rete dei parchi e la nascita del sistema nazionale delle aree naturali protette, terrestri e marine.

Premessa:
La straordinaria crescita del numero delle Aree Protette, avvenuta in tutto il mondo nell’ultimo decennio, dimostra come il loro ruolo stia diventando, per la comunità internazionale, sempre più vitale per il mantenimento degli equilibri e delle risorse che garantiscono la vita ed un futuro sostenibile degli esseri umani.
Nello scenario mondiale, l’Italia è una delle Nazioni che ha dimostrato la maggiore vivacità, caratterizzandosi nel recupero e nella valorizzazione delle esperienze maturate nel passato, ma anche nella ricerca di percorsi innovativi, in cui la protezione delle risorse naturali è stata vista quale componente principale dello sviluppo sociale, culturale e economico sostenibile.
Il nostro Paese oggi dispone di una ricca e vitale “rete” di Aree Protette, costruita in poco più di un decennio dallo Stato, dalle Regioni, dalle autonomie locali, nonché da associazioni ambientaliste e del territorio, in collaborazione con il mondo della ricerca e delle Università e con l’insostituibile contributo delle comunità locali: tuttavia, nonostante si possa affermare che i progressi fatti negli ultimi anni costituiscano un esempio, una conquista culturale ed un vanto per tutta la collettività nazionale, il cammino da compiere è ancora lungo e difficile.
I “nostri” Parchi debbono ancora affrontare grandi sfide, che provengono dall’interno e dall’esterno dei loro confini: la crescita delle esigenze della popolazione, gli impatti dei cambiamenti globali, la competizione nell’uso delle risorse naturali, la spinta all’urbanizzazione e la frammentazione degli habitat, rischiano di vanificare la certezza del raggiungimento degli obiettivi di conservazione e, con essi, quelli di sviluppo duraturo e sostenibile del Paese.
Le Aree Protette non sono ancora un “sistema” nazionale, completo, rappresentativo delle eccellenze e delle varietà degli ambienti; l’efficacia e la trasparenza della loro gestione devono essere rafforzate, così come la capacità di mantenere e migliorare un patrimonio di biodiversità che è tra i più ricchi dell’intero continente europeo. Approcci innovativi, di norme, metodi, risorse per integrare maggiormente i Parchi con il resto del territorio devono essere elaborati, proseguendo e rafforzando la collaborazione tra lo Stato e il Sistema delle Autonomie, nella prospettiva di una Nazione che “pensando globalmente e agendo localmente”, possa onorare gli impegni vitali di sviluppo del “Millennio” - Millennium Development Goals - fissati dalla comunità internazionale.
Anche per questo, le “nostre” Aree Protette debbono coinvolgere sempre di più le giovani generazioni, fornendo loro l’incoraggiamento e l’appoggio necessario per investire nel loro futuro ed in quello del Paese, perché “senza il coinvolgimento dei giovani, il futuro non può essere assicurato” (Nelson Mandela, World Park Congress, Durban, 2003).
Infine, l’originale esperienza maturata in Italia nella gestione delle Aree Naturali Protette, ha dimostrato che gli eccezionali valori naturali e culturali che i Parchi conservano, possono essere efficacemente tutelati solo rafforzando il senso di appartenenza delle genti ai loro territori, favorendo la più ampia partecipazione alla loro migliore gestione.
A chi condivide questa profonda consapevolezza, questo senso di appartenenza e desiderio di partecipazione, noi, “gente dei parchi”, proponiamo di recuperare e rilanciare la motivazione della conservazione della natura, di condividerne la dimensione etica e di accettare e sottoscrivere i principi di questa “carta di Feltre”, impegnandosi attivamente a diffonderli e renderli operativi.

Ai Parchi è affidata la responsabilità:
1) di coinvolgere sempre di più le “genti” quali attrici delle politiche di conservazione, che sono alla base di ogni possibile sviluppo davvero sostenibile e durevole;
2) di mettere in atto politiche, strategie e progetti capaci di contrastare ed arrestare la grave perdita di biodiversità, che è una minaccia gravissima per il futuro dell’Umanità;
3) di essere punti di riferimento per la diffusione di politiche innovative per la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità a tutto il restante territorio nazionale, per evitare che la frammentazione degli habitat porti ad una perdita di biodiversità naturale e coltivata;
4) di mettere in rete il mondo delle Università e della ricerca, per attingere a tutte le conoscenze e le esperienze maturate nella gestione di territori fragili e bellissimi;
5) di operare per una concreta integrazione delle politiche territoriali (natura, paesaggio, sostenibilità economiche e sociali);
6) di essere, nel contempo, strumento e luogo di conservazione del patrimonio storico e culturale della nostra nazione, in cui in modo originale natura e cultura si intrecciano in un indissolubile insieme di valori, in mille espressioni della cultura locale e nelle tradizioni che vivono nelle diverse realtà locali;
7) di divenire strumento e soggetto della crescita culturale continua e della formazione permanente delle genti, degli amministratori, degli operatori economici e culturali, in attuazione dei principi di cittadinanza responsabile e del “long life learning” promossi e richiesti a livello internazionale;
8) di essere aperti al monitoraggio permanente di efficacia ed efficienza della loro gestione e alla valutazione dei passi effettuati per onorare la loro missione e per raggiungere gli obiettivi istituzionali;
9) di essere “sportello” per le genti all’interno dei territori governati, al fine di rendere sempre più trasparente ed efficace il rapporto tra Cittadino ed Istituzioni;
10) di attivare coerentemente spazi e processi partecipativi con le comunità di riferimento;
11) di essere protagonisti attivi dei processi di trasformazione dello Stato italiano, nell’ambito delle politiche dell’Unione Europea, poiché in ogni esperienza occidentale i Parchi sono strumento di governo locale delle eccellenze e delle emergenze ambientali della Nazione;
12) di contribuire a creare, nei giovani, nuove conoscenze, competenze e visioni, per una classe dirigente consapevole delle sfide del futuro;
13) di “lanciare il cuore oltre l’ostacolo” e di non perdere mai di vista, nel mutare delle esperienze gestionali e delle stagioni politiche, l’esigenza di lavorare per il futuro di coloro i quali devono ancora nascere.

Alla Politica, ad ogni livello, chiediamo:
1) che ponga fine all’emergenza e guardi, finalmente, ai Parchi come ad uno strumento duraturo di pianificazione e di gestione del territorio, di aree sensibili e di risorse insostituibili;
2) che determini la certezza di risorse, finanziarie, umane, legislative in grado di garantire il raggiungimento degli impegnativi obiettivi prefissati;
3) che valorizzi appieno l’autonomia di gestione degli enti a livello territoriale, ma al contempo rafforzi efficacemente le politiche di coordinamento e di intervento straordinario, dando piena attuazione alle politiche di sistema;
4) che promuova e consolidi un vero “Sistema di Aree Protette”, anche attraverso la creazione di una “task force” nazionale dei Parchi con esperienze miste a livello centrale, regionale e delle autonomie gestionali;
5) che semplifichi la gestione amministrativa all’interno dei Parchi, demandando agli Enti di gestione i compiti del rilascio delle autorizzazioni ambientali, paesaggistiche e culturali ad ogni livello, ferme restando le autorizzazioni edilizio-urbanistiche di competenza dei Comuni;
6) che sia data piena attuazione all´art. 7 della L. 394/91 che stabilisce priorità nei finanziamenti ai progetti, pubblici e privati, nei Comuni dei Parchi;
7) che semplifichi il “governo” dei Parchi, dando effettivamente in gestione agli Enti le proprietà demaniali comprese nei perimetri delle Aree Naturali Protette;
8) che favorisca la costituzione in tutte le Aree Naturali Protette di nuclei di sorveglianza alle dirette dipendenze degli Enti di gestione, da affiancare eventualmente al Corpo Forestale dello Stato, che svolgano anche compiti di “interpreti ambientali”, di educazione civica e di supporto al cittadino;
9) che consideri i Parchi laboratori istituzionali, bipartisan, in cui, come è giusto in un Paese normale e gentile, si valorizzino i “gioielli naturali”, le migliori esperienze di gestione, le persone capaci: a prescindere da ogni connotazione di parte;
10) che favorisca e promuova strategie di comunicazione per accrescere la consapevolezza, nel Paese, del ruolo e dell’importanza delle Aree Protette, come insieme di identità locali e di valori nazionali, da difendere e da restituire alle future generazioni.

La carta di Feltre può essere sottoscritta on-line su
http://www.dolomitipark.it/it/parchi.per.una.sola.terra.carta.feltre.html

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