[14/07/2008] Energia

Le tecnologie dell´informazione da problema a soluzione per il climate change?

LIVORNO. Si stima che le tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Ict) contribuiscano per il 22,5% alle emissioni mondiali di gas serra, di queste sono responsabili per il 40% personal computer e monitor, per il 23% i server (una percentuale destinata ad aumentare), per il 15% le linee di telecomunicazione fisse, per il 9% le telecomunicazioni mobili, per il 7% Lan e telecomunicazioni negli uffici, per il 6% le stampanti.

Un contributo che potrebbe essere ridotto con l´efficienza energetica, nuove applicazioni, dispositivi e network più attenti all´ambiente e per questo occorrerebbe un maggiore impegno della industria Ict per diventare climate neutral. I dati e le sollecitazioni si possono leggere sull´ultimo rapporto "Itu and climate change", dell´International telecommunication union (Itu) dell´Onu, che esamina l´impatto delle tecnologie dell´informazione e della telecomunicazione sulle emissioni climalteranti.

La questione è particolarmente delicata, visto che avrebbe a che fare con la presunta "dematerializzazione" dell´economia, ma da quando nel 1997 è stato approvato il Protocollo di Kyoto, le Ict sono triplicate a livello planetario, richiedendo sempre più energia. Però, secondo l´Itu queste tecnologie potrebbero diventare una parte delle soluzioni per affrontare il cambiamento climatico e anche contribuire a ridurre (a seconda delle stime) le emissioni di gas serra dal 15 al 40%.

«Le Ict - ha detto Hamadoun Touré, segretario generale dell’International telecommunication union – rappresentano un contributo globale al global warming, ma, cosa ancora più importante, sono anche la chiave per monitorarlo e per mitigare i suoi effetti». L´Itu ha creato un Focus group che dovrà presentare un piano di lavoro entro l´aprile 2009 e prevedere una serie di norme per valutare l´effetto delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione sull´ambiente.

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