[13/01/2006] Urbanistica

I vitelli di Tor del Sale muoiono in poche ore dalla nascita

PIOMBINO (Livorno). «Quanti me ne sono morti? Le direi una bugia. Dovessi fare un numero, bisognerebbe che prima andassi a guardare nei registri. Ma sono tanti, troppi gli animali che ho perso». Poco ci manca che Luciano Luciani si commuova quando parla dei vitelli che sono morti nella sua azienda agricola, la «Guerrini», che si trova fra Piombino e Riotorto, nella zona di Tor del Sale. Tante morti che si direbbero «sospette».

Animali che nascono e che muoiono nel giro di poche ore, un tasso di mortalità dei cuccioli bovini ormai non più sopportabile per l’azienda. «Credevamo che ormai il fenomeno si fosse arrestato – ripete Luciani – ma proprio in questi giorni è tornato a ripetersi: un altro vitello, un maschio, è morto dopo dodici ore dal parto. A quel punto mi sono detto: no, questo non lo porto a incenerire. L’ho caricato e l’ho portato all’Istituto di zooprofilassi di Pisa. Voglio capire perché è morto, voglio capire il perché di tutte queste morti. Anche perché non so com’è, ma siamo sicuri che solo a me, alla mia azienda, stanno capitando queste cose?».

Il racconto fa un passo indietro, a quando la cosa ebbe inizio: «C’era ancora mio padre, eravamo agli inizi degli anni ’80, a un certo punto pensammo che era il caso di fare festa, che non eravamo più capaci di far partorire una fattrice. Poi abbiamo iniziato qualche trattamento medico, negli ultimi due mesi della gestazione, e le cose sono leggermente migliorate. Adesso però non ce la faccio più: voglio capire che cosa succede». Lunghe e dettagliate relazioni sono anche finite al responsabile Asl di zona, ma adesso sarà necessario attendere qualche giorno per avere delle risposte dall’istituto di zooprofilassi dell’università di pisa.

«In effetti è molto strano – ammette il veterinario di zona Pericle Bedini – anche perché da almeno un paio d’anni è rimasto il solo allevatore della zona a registrare questi fenomeni. E oltretutto i casi anomali rilevati negli anni passati in altre aziende non erano molto simili a quelli di Luciani».

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