[07/07/2008] Parchi

Il TG2, il TG5, i cammelli patagonici e le meduse cacciatrici di tonni

LIVORNO. L´estate si sa, è tempo di servizi di colore: i palinsesti estivi e le scalette dei telegiornali si svuotano di notizie e i buchi vengono riempiti di curiosità rimasticate e gossip.
Protagonisti calciatori abbronzati, veline discinte, vippume vario e aspirante tale e poi piante e animali che, a seconda dei casi, devono fare paura o simpatia, essere totalmente alieni o soffrire degli stessi nostri problemi, ad iniziare dal caldo.

Ma la poca confidenza con il comportamento animale e la geografia a volte fa brutti scherzi.

Che dire del servizio che ha chiuso il Tg2 Rai in prima serata di sabato che trattava di quello che è ormai diventato un classico delle estati italiane: l´invasione delle meduse.

La peregrina tesi della voce che commentava il lungo pezzo (farcito di immagini di catture di meduse totalmente innocue o del massiccio spiaggiamento in Sardegna di terribili meduse urticanti che in realtà erano innocue velelle, che meduse non sono) era che il tonno rosso non sarebbe in via di estinzione a causa della sovra pesca, ma perché le meduse sono ghiotte delle sue uova che cacciano in gran quantità… Quindi questi celenterati, che lo stesso servizio ci diceva trasportati dai capricci delle correnti marine, in realtà sarebbero dei ghiotti e selettivi killer di uova di tonno che rischiano di far sparire le sue scatolette dai nostri supermercati.

Ma se la Rai non ride (o fa ridere) la Fininvest piange (o fa piangere). Domenica il TG5, secondo telegiornale del Paese, dopo un quarto d´ora di vip, gelati, e vacanze, di servizi improntati sul tema "come va bene l´Italia anche se c´è la crisi", ha chiuso in bellezza con un altro cult estivo: quanto soffrono il caldo gli animali del bioparco di Roma e cosa fare per dar loro sollievo.

L´entusiasta commentatrice ci ha fatto vedere il simpatico orso alle prese con un sorbetto al salmone e lo scimpanzé pensoso che gustava un melone surgelato, poi ha chiuso rendendoci edotti delle sofferenze estive di un cammello che per il caldo perdeva "stranamente" il pelo,

La spiegazione, ha detto più o meno l´entusiasta collega, convinta di aver fatto una specie di scoop etologico, è che questa specie di cammello viene da un posto molto freddo: la Patagonia.

Ora, lo svogliato animale che ruminava a favore di telecamera era realmente un cammello, un vero cammello a due gobbe, ma difficilmente poteva venire dalla Patagonia sudamericana, visto che li si possono trovare altri camelidi, quelli andini e senza gobbe, tipo la vigogna o il guanaco, ma il grosso cammello stanco e accaldato del TG5, prima di arrivare al bioparco di Roma, viveva sicuramente in Asia.

Strane classificazioni, salti giornalistici di specie, un´evoluzione impazzita di piante e animali, si trovano sempre più spesso, qua e la, anche sulle pagine di giornali locali e nazionali, ma è indubitabile che sia meno grave di un servizio lungo e studiato (e costoso) di un telegiornale, che fa opinione di massa e crea percezione del "vero" in gran parte della popolazione.

La smania dell´umanizzazione e del pezzo rilassante o colorito (sia nella compartecipazione al caldo che nello spavento per gli alieni marini) fa brutti scherzi e trasforma l´impassibilità gelatinosa delle meduse in caccia cosciente e selettiva di uova di tonno e fa migrare i cammelli da un continente all´altro... sarebbe bello se fosse un´operazione di fantasia, un cartone animato per bambini, ma il problema è che questo passa per informazione sulla natura e sugli esseri viventi che abitano insieme a noi il pianeta.

Non lamentiamoci quindi se gli italiani hanno una visione sempre più disneyana della natura e se la scienza è un optional che può trasformarsi in cammelli patagonici che occupano qualche minuto di spazio vuoto, come le veline, o nella ricetta delle tagliatelle ai frutti di bosco con uova di tonno, se non le hanno già cacciate tutte le meduse.

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