[02/07/2008] Rifiuti

Raccolta e riciclaggio: buona e cattiva pedagogia

LIVORNO. Buoni risultati riguardo alla raccolta differenziata di carta e cartone e al riciclo di imballaggi cellulosici sono emersi dal XIII Rapporto sulla raccolta differenziata presentati ieri a Roma dal Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica, Comieco.

Secondo i dati ufficiali resi noti dal Consorzio, a fronte di oltre 4,6 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo, la percentuale di materiale avviato al riciclo è pari al 70% mentre il dato complessivo di recupero si attesta al 78 % (percentuale che comprende anche il recupero energetico). Con questi risultati è stato quindi già superato l’obiettivo del 60% di riciclo di materiale fissato dall’Unione europea anche nella nuova direttiva.

«Continua quindi la crescita in Italia della raccolta differenziata di carta e cartoni: nel 2007 le stime di Comico- ha dichiarato Carlo Montalbetti, direttore generale del consorzio indicano che la raccolta di carta e cartoni ha superato quota 2 milioni e 600.000 tonnellate con un aumento del 4% circa rispetto all’anno precedente».

L’aumento complessivo è stato di oltre 92 mila tonnellate, di cui 41.600 (+7%) al Centro, 27.000 (+1,8%) al Nord, e 23.500 (+5,7%) al Sud e nel 2008 Comieco prevede che il trend della raccolta di carta e cartone aumenterà ancora del 8% , raddoppiando quindi le percentuali dello scorso anno della raccolta totale nazionale.

In termini assoluti, con 525.000 tonnellate che corrispondono al 20% della raccolta totale nazionale, la Lombardia è la regione che continua a raccogliere di più, seguita nell’ordine da Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.

«In solo 8 anni il sistema Italia ha goduto di un beneficio complessivo pari a 1 miliardo e 600 milioni di euro grazie alla raccolta differenziata di carta e cartone» ha sottolineato Piero Attoma presidente di Comieco. Citando i dati di uno studio effettuato in collaborazione con l’Università Bocconi, in cui si è stimato il saldo netto dei benefici dell’aver raccolto in modo differenziato, dal 1999 al 2007, oltre 17,1 milioni di tonnellate di carta e cartone.

«Nel solo 2007 la raccolta di carta e cartone ha permesso di evitare la realizzazione di 22 nuove discariche» ha continuato Montalbetti.

Tutto bene, salvo il fatto che in questo resoconto manca il dato relativo alle quantità di scarti che provengono dal settore di riciclo dei materiali cellulosici, ovvero il pulper (scarti da selezione) e i fanghi di cartiera che residuano dal processo di riciclo. Per ogni chilo di carta riciclata si producono infatti da 0,2 a 0,5 chili (stando a chi la produce) di fanghi e pulper, rifiuti peraltro giuridicamente definiti speciali, che difficilmente trovano una allocazione diversa se non in qualche discarica, nonostante siano facilmente recuperabili come energia. E che non è raro trovare anche spalmati (illegalmente) in qualche area agricola spesso del Sud.

Ora, il dato relativo alla produzione di scarti dal riciclaggio di carta avviata a raccolta differenziata, non toglie alcun valore e non diminuisce per nulla l’importanza degli ottimi risultati ottenuti, ma poiché sempre di rifiuti si parla e poiché anche quelli fanno parte del ciclo di vita di ciò che in origine era un prodotto, è necessario non ignorarli, sia come materia da trattare, sia come tema di cui occuparsi e da tenere presente anche quando si fa comunicazione. Il rischio è altrimenti che non solo il ciclo rimanga aperto, ma che si cada nell’errore di pensare che una volta fatta la raccolta differenziata e riciclato il materiale che da essa proviene (che non corrisponde mai – anche questo va detto - al 100%) il problema sia definitivamente risolto. E’ un rischio (anzi, è un dato di fatto) piuttosto frequente che fa dimenticare (purtroppo) che il tema dei rifiuti non si esaurisce nè con la raccolta (quali che siano le metodologie) nè a quelli provenienti dal circuito degli urbani. Nemmeno quando questi sono gestiti in maniera eccellente, ma che attiene anche (soprattutto) al circuito industriale, di cui anche il trattamento dei rifiuti urbani fa parte. E soprattutto che per trattare questi rifiuti, che produrranno a loro volta altri rifiuti, servono impianti, e che altri impianti servono per lo smaltimento di quelli che da loro traggono origine. Insomma non è buona pedagogia intendere e lasciare intendere che con la raccolta differenziata il ciclo sia chiuso e tralasciare invece che dopo questa (quando si tratta di carta) si va alle cartiere da cui residua ciò che si è detto sopra o (se si tratta di frazione umida) magari dalla Toscana si va nel Veneto (con relative emissioni da autotrasporto) perchè non si sono costruiti gli impianti di compostaggio.

Torna all'archivio