[26/06/2008] Comunicati

Il patto delle buone intenzioni per un turismo sostenibile

LIVORNO. Un «Patto per un turismo in Toscana sostenibile e competitivo, che consenta di ripensare la nostra offerta turistica secondo i principi dello sviluppo sostenibile e di attuare nella nostra regione i principi e gli obiettivi dell’Agenda europea e del protocollo di intesa per una rete europea del turismo sostenibile e competitivo firmato a Firenze nel novembre 2007 in occasione di Euromeeting». E’ la proposta lanciata dall’assessore regionale al turismo, cultura e commercio Paolo Cocchi a tutti gli attori del sistema turistico regionale intervenuti a un seminario di presentazione della nuova rete aperto da Francesco Ianniello, capo dell’unità turismo della Commissione europea, che sta seguendo da vicino gli sviluppi del progetto.

«Sostenibilità e sviluppo economico non sono obiettivi antagonisti, ma due obiettivi da raggiungere insieme – ha detto Cocchi - Questa la base delle politiche per un turismo sostenibile e competitivo a livello europeo, su cui punta la Toscana per diventare sempre di più una meta europea di eccellenza. Strumento per la condivisione di un percorso attuativo tra regioni, autonomie locali, stati membri e Commissione europea, ma anche con l’universo delle imprese, delle forze sociali e dei consumatori è la rete europea, che abbiamo promosso insieme alla Catalogna e alla regione francese Paca».

«Siamo fermamente convinti – ha detto l’assessore Cocchi - che, in una visione di medio-lungo termine la crescita può essere ottenuta solo raggiungendo un equilibrio fra lo sviluppo delle attività economiche delle destinazioni (con le relative ricadute in termini di benessere ed occupazione), la tutela delle caratteristiche ambientali, culturali e sociali del territorio, e il miglioramento della qualità dell’esperienza sia dei turisti, che dei lavoratori del turismo e delle popolazioni locali. In sostanza è la sostenibilità che consente di mantenere vive nel tempo le attrattive che sono il principale motore del turismo e aumentare il valore dei prodotti e servizi turistici: la concorrenzialità delle destinazioni dipende sempre più dalla sostenibilità che costituisce la salvaguardia del prodotto turistico».

Su questa consapevolezza – spiega una nota della Regione - si basa la rete europea, che si propone come un laboratorio permanente di dibattito, una piattaforma di condivisione di buone pratiche, scambio di esperienze, sperimentazione di modelli condivisi di misurazione dei fenomeni e di dialogo sociale.

Se però a livello di intenzioni quello che dice Cocchi e che prevede il Patto è sostanzialmente sottoscrivibile, c’è almeno un punto debole del ragionamento che non possiamo esimerci dall’osservare: la sostenibilità ambientale, come dice l’assessore, è il giusto criterio direttore per mantenere “vive nel tempo le attrattive che sono il principale motore del turismo e aumentare il valore dei prodotti e servizi turistici”, ma ciò è possibile solo grazie ad una batteria di indicatori ambientali. Solo questi, infatti, sono in grado di fornire i “limiti” di un territorio conoscendo i quali allora sì è possibile agire secondo il criterio della sostenibilità.

Il punto però è che, come noto, non c’è traccia di contabilità ambientale in Toscana (come altrove) e anche dove si fa o si cerca di fare qualche cosa non esistono indicatori omogenei e dunque temiamo fortemente che non si riesca a mettere in pratica il Patto. Se poi dovessimo giudicare sulla base di quello che vediamo in Toscana – porti turistici a pioggia senza alcun criterio, tanto per fare un esempio – oppure cosa viene passato come contabilità ambientale ovvero la lista delle spesa per l’ambiente, le nostre considerazioni sul futuro di questo Patto sarebbero ancora più negative…

Tornano comunque alle buone intenzioni del patto, sono dieci i punti focali di attenzione: dalla qualità della vita e del lavoro, all’impatto dei trasporti, alle strategie di destagionalizzazione, dalla tutela attiva del patrimonio culturale e ambientale e dell’identità delle destinazioni alla diminuzione e ottimizzazione delle risorse naturali, in primis dell’acqua, oltre che dei consumi di energia e della gestione dei rifiuti.

Alla rete hanno aderito 15 regioni e 21 organismi di sostegno, fra cui istituzioni internazionali, università e istituti di ricerca, associazioni di categoria e sindacati. Già fissato anche il prossimo appuntamento che sarà il 30 e 31 ottobre a Marsiglia. In quella occasione saranno presentate le buone pratiche da divulgare e replicare per consolidare i modelli di sostenibilità nel settore turistico e saranno costituiti i gruppi di lavoro su cinque filoni di intervento: responsabilità sociale e ambientale, qualità della vita, destagionalizzazione, tutela del patrimonio e delle identità e turismo e mobilità.

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