[12/04/2006] Rifiuti

Tred Livorno, l´azienda amica del cielo

LIVORNO. Tred Livorno è la prima piattaforma toscana autorizzata al trattamento degli elettrodomestici dismessi: qui finiscono la maggior parte di frigoriferi, televisioni, lavatrici e lavastoviglie sostituiti dai cittadini toscani. Al presidente di Tred Livorno Mauro Pelagatti chiediamo di spiegarci qual è il compito di Tred.

«L’azienda nasce a seguito del decreto Ronchi del ‘97: era il 1999 e da un accordo fra Aamps e Refri di Reggio Emilia nacque la piattaforma Tred, che attualmente copre il trattamento e recupero dell’80% dei rifiuti elettrici ed elettronici della Toscana. La nostra realtà (e il sistema Refri ha anche altri stabilimenti a Isernia e a Carpi) è in grado di recuperare il 96% dei materiali che trattiamo e che poi vengono re-immessi sul mercato. Il nostro lavoro quindi consiste intanto nel confinare completamente le sostanze nocive che sono contenute nei Raee (cfc e hcfc, alcuni gas dei frigoriferi, polveri dei tubi catodici dei televisori e dei monitor dei computer… tutti gas climalteranti che danneggiano l’ozono). Queste sostanze vengono confinate evitando che siano disperse nell’atmosfera, come del resto confermano tutti i controlli effettuati da Arpat. Successivamente reimmettiamo sul mercato tutti i materiali che possono essere avviati al recupero».

A luglio entrerà in vigore anche in Italia la direttiva europea che obbliga le aziende costruttrici a pagarsi il trattamento a fine vita degli elettrodomestici. Che cosa cambierà per voi?
«Più che altro dovrebbe cambiare per i cittadini, che oggi pagano in prima persona il fine vita degli elettrodomestici attraverso la tassa sui rifiuti. Con la nuova legge questa spesa ricadrà sui produttori che si stanno organizzando in consorzi che probabilmente faranno gare di appalto alle quali noi dovremo partecipare. Tred quindi non avrà più come clienti le aziende pubbliche di igiene ambientale, ma i produttori, ovviamente nel caso di affidamento del servizio. Va detto però che a livello normativo siamo piuttosto in ritardo, mancano i decreti attuativi e quindi credo che il nuovo regime non si assesterà prima di 2-3 anni».

Quali sono le prospettive della Tred Livorno per il prossimo futuro?
«Attualmente noi abbiamo 22 dipendenti e circa 16-17 addetti indiretti che lavorano sulle due linee: quella dei frigoriferi e quella degli elettronici. Abbiamo una forte presenza di addetti indiretti sostanzialmente per due motivi: intanto perché il sistema non è ancora assestato e in secondo luogo perché ormai la sede in cui lavoriamo, lungo la via delle Sorgenti, sta cominciando a diventare troppo stretta e anche in considerazione delle nuove normative che richiedono di non avere più materiale a cielo aperto, bisogna trovare una soluzione. Il comune di Livorno e Aamps stanno verificando la possibilità di utilizzare un’area adiacente alla piattaforma del Biscottino: un terreno da bonificare che ci consentirebbe di passare dagli attuali 9mila metri quadri a quasi il doppio. L’immediata conseguenza sarebbe un considerevole sviluppo occupazionale, anche se i tempi non sono brevissimi: sarebbe ottimo riuscire a far tutto nel giro di due anni».

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