[12/04/2006] Consumo

Una petizione per salvare i semi contadini

FIRENZE. La primavera è arrivata per i contadini e gli ortolani, ma non per i semi antichi non iscritti nei registri della Ue: la legislazione vigente vieta loro ogni forma di circolazione, anche il dono, sul territorio degli stati aderenti. «Se movimentati da uno stato all’altro come semente, il servizio fitosanitario ne potrebbe chiedere la distruzione in inceneritore – spiega una nota di Civiltà Contadina – Sono proibiti e costantemente minacciati da biopirateria, potendo essere registrati come ‘nuova varietà’ e permettere così lucro e royalties a chi arriva per primo a farlo. Un semplice seme di ortaggio comune, tradizionale e contadino, solo perché non registrato, diventa un seme proibito».

Alberto Olivucci, presidente di Civiltà Contadina lancia un appello per la salvaguardia della biodiversità rurale e per la firma di una petizione che può essere sottoscritta on line sul sito www.biodiversita.info. «Vi chiedo di firmare questa petizione in massa – dice Olivetti – dando così un segnale forte che tanta gente non è d´accordo con quelle normative che rendono difficile la salvaguardia del nostro patrimonio di varietà contadine. Vi chiediamo di fare una piccola cosa, non per noi, ma per la libertà di seminare e per la liberazione dei semi contadini, per evitare questa distruzione che segnaliamo da anni».

Secondo Civiltà Contadina lo scopo della regolamentazione europea «segregazionista» è quello di accelerare la definitiva scomparsa dei semi contadini e lasciare «una buona volta scomparire anche il ricordo delle antiche varietà di ortive, leguminose, cereali e frutti per sostituirle con i semi globali ibridi e Ogm per un progetto di agricoltura geneticamente delegata alle multinazionali». «Un tempo – conclude Civiltà Contadina – le sementi erano un’eredità e passavano di generazione in generazione. Cosa lasceremo ai nostri figli da seminare: solo Ogm e ibridi che non si possono riseminare?».

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