[18/06/2008] Aria

Emissioni gas serra, polemica Prestigiacomo - Verdi

LIVORNO. Si infiamma la polemica dopo le dichiarazioni pro-nucleari del portavoce del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e le accuse al precedente ministro di non aver fatto nulla per ridurre i gas serra. «Il portavoce del ministro Prestigiacomo dovrebbe documentarsi un po´ meglio – dicono i Verdi in una nota - Negli cinque anni della gestione Berlusconi le emissioni di gas serra sono aumentate di 8 punti percentuali rispetto al 1990. Considerato che il nostro obiettivo era la riduzione del 6,5% dal 2001 al 2006 lo sforamento è stato del 14,5%. Quindi è evidente a tutti chi sia il responsabile dell´aumento delle emissioni di Co2 nel nostro Paese e chi abbia tentato di fermarlo. Per quanto riguarda i rigassifigatori facciamo presente che la Commissione Via (Valutazione di impatto ambientale), che il ministro ha recentemente azzerato, ha approvato i progetti di Porto Viro e Porto Empedocle ben prima dell´insediamento del ministro Prestigiacomo e che neanche ad uno degli otto progetti, in procedura autorizzatoria dal 2002, è stato approvato dalla destra. Il ministro dell´Ambiente piuttosto, spieghi perchè non si e´ opposta al taglio dei fondi al suo dicastero, ben 800 milioni di euro, indispensabili per ridurre le emissioni ed avvicinarci agli obiettivi del Protocollo di Kyoto, che il governo Berlusconi ha pensato di destinare al decreto Ici-Irap».

L’ex deputata verde Grazia Francescato ritorna sull’audizione di ieri al Senato del ministro Prestigiacomo che ha illustrato le «Le dichiarazioni del ministro dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo sono disarmanti: fanno cadere le braccia. Forse Berlusconi l´ha nominata al ministero delle attività produttive e nessuno se n´è accorto. Un ministro dell´Ambiente che sostiene il nucleare ed i combustibili fossili con la scusa di tagliare i gas serra dimostra o una rara incompetenza (e speriamo non sia questo il caso) o una forte sudditanza nei confronti dei poteri forti (e crediamo che sia questo il caso!). Produrre il 25% dell´energia italiana dal nucleare significa costruire 12 centrali (da un gigawatt) con un costo d´investimento minimo di oltre 60 miliardi di euro ed un grossissimo punto interrogativo sullo smaltimento delle scorie radioattive e sulla sicurezza dei cittadini». La Francescato spera che la Prestigiacomo «si ricordi presto che fa il ministro “per” l´ambiente e non “contro”, anche perché l´anno prossimo l´Italia dovrà essere protagonista della fase due del Protocollo di Kyoto e se continuerà con questo atteggiamento il governo si presenterà in stracci».

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