[17/06/2008] Trasporti

Auto a idrogeno: ancora tu, ma non dovevamo vederci tra trent´anni?

LIVORNO. Dalla fabbrica della Honda di Talanezawa è uscita ieri la prima macchina a idrogeno che sarà commercializzata in leasing da luglio negli Stati Uniti e dall’autunno anche in Giappone. La notizia non è tanto per la macchina in sé, quanto per la fabbrica: uno stabilimento dedicato a questo tipo di auto significa infatti poter iniziare a parlare di "economia di scala", di "produzione", di tutte quelle paroline magiche insomma - fanno sapere dalla casa automobilistica nipponica - che possono abbattere i prezzi dei prototipi che fino ad oggi sono realizzati in ogni parte del mondo. A talanezawa - caso unico al mondo - avviene tutto l´assemblaggio completo della macchina, ossia l´installazione di celle a combustibile e del serbatoio di idrogeno.

Leggiamo però anche la notizia tra le righe: entro l´anno saranno pronte alcune dozzine di Fcx Clarity, e “addirittura” se ne ipotizzano circa 200 unità nei prossimi tre anni. Un po’ poco per pensare ad economie di scala e per pensare nel breve periodo di poter riorientare il mercato (in questo caso quello automobilistico) alla sostenibilità. E non solo. Perché come si sa l’idrogeno è un vettore e non una fonte di energia. Cioè deve essere prodotto e se l’idrogeno viene prodotto da fonti fossili non è che l’auto sarà ad emissioni zero, semplicemente delocalizzerà l’inquinamento altrove, nella centrale in cui viene prodotto.

Non è obbligatorio essere disfattisti (e neppure qualunquisti sostenendo che le macchine a idrogeno sono pronte da 50 anni ma le lobbies del petrolio ostacolano la tecnologia). E infatti evidenziamo che a Grecciano, al distributore Agip sulla superstrada Livorno-Firenze, è stato installato il primo erogatore al mondo di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili (tre pale eoliche più un tetto fotovoltaico). Il distributore viene utilizzato al momento solo da una flotta di prototipi di auto a idrogeno, ma intanto si è dimostrato che si può fare. Anche se la convenienza economica è ancora lontana, ed è per questo che le risorse economiche destinate alla ricerca sull’idrogeno e alle rinnovabili dovrebbero essere di più, magari evitando di essere distorte verso una tecnologia obsoleta come il nucleare, alle prese con l’esaurimento dell’uranio e con il problema tuttora irrisolto (e probabilmente irrisolvibile) delle scorie radioattive.

Dal mondo delle quattro ruote intanto arrivano altri segnali: la Toyota ha fatto sapere di non riuscire più ad evadere le richieste di Prius, la prima auto ad aver adottato il sistema ibrido benzina elettrico (bisognerebbe ricordarlo a Sergio Marchionne, visto che ieri a Trento ha previsto che la tecnologia ibrida sarà pronta tra 10 anni e l’idrogeno tra 30). Intanto mentre si comincia a titolare sui giornali che a causa del caro-benzina le macchine restano in garage (?) , l’uomo che nei progressi della tecnologia ha sempre affidato la soluzione di tutti problemi legati all’esaurimento delle risorse e che ha negato fino a pochi mesi fa la responsabilità dell’uomo e addirittura l’esistenza del global warming, si è presentato in questi giorni a Roma con l’ennesima soluzione: George W Bush ha regalato a Silvio Berlusconi un Segway, quella sorta di monopattino elettrico su due ruote su cui si sta in piedi viaggiando a un massimo di 20 km l’ora. Costa molto di più di più di una bicicletta elettrica (sui 5mila euro) e in quasi 7 anni ha venduto nel mondo solo 25mila pezzi, anche se l’aumento negli ultimi 3 mesi è stato del 50%. A parte il fatto che anche in questo si delocalizza l’inquinamento, non lo si elimina, la “sfida alla benzina in monopattino” ce la racconta Repubblica di oggi, che almeno questa volta ha il buon senso di non mettere in mezzo all’articolo l’alberello che dovrebbe segnalare le pagine dedicate ai temi della sostenibilità ambientale.

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