[16/06/2008] Rifiuti

Dopo la “Probo Koala”, Unep e la Costa d’Avorio insieme contro il traffico di rifiuti pericolosi

LIVORNO. Il Programma Onu per l’ambiente (Unep) ha avviato oggi un progetto che dovrebbe aiutare il governo della Costa d’Avorio e di altri Paesi dell’Africa occidentale a gestire meglio i rifiuti pericolosi. L´iniziativa, finanziata dai governi di Olanda, Svezia e Danimarca, punta ad affrontare il problema cruciale della debolezza del sistema di controllo dei movimenti dei rifiuti pericolosi tra i Paesi africani, così come quella della gestione in loco dei rifiuti pericolosi e di quelli prodotti a bordo delle navi.

«Il progetto – spiega l’Unep – affronta diversi problemi importanti sollevati dallo sversamento di rifiuti pericolosi provenienti dalla nave “Probo Koala” nelle zone residenziali di Abidjan nell’agosto 2006: le lacune negli strumenti di controllo dei movimenti transfrontalieri dei rifiuti pericolosi e dei rifiuti prodotti a bordo delle navi, il comportamento poco scrupoloso di alcuni operatori privati, e il bisogno di rafforzare la capacità di gestione dei rifiuti pericolosi in numerosi Paesi in via di sviluppo, tra i quali la Costa d’Avorio».

L’iniziativa dell’Unep prevede anche un piano di gestione dei rifiuti pericolosi per il distretto di Abidjan, nel quale gli abitanti sono stati colpiti direttamente dall’incidente della “Probo Koala” e che verrà elaborato con la collaborazione delle comunità locali, sulla base di dati certi per qualità e quantità dei rifiuti, tenendo conto del quadro legislativo esistente. Il progetto sarà messo in opera dalla divisione Post-conflict and disaster management dell’Unep e dal centro regionale della Convenzione di Basilea per i Paesi francofoni (Bcrc-Senegal), in consultazione continua con il segretariato della Basel convention on the control of transboundary movements of hazardous wastes and their disposal
.
«Per far fronte ai problemi legati alla gestione ecologicamente razionale dei rifiuti pericolosi nel porto di Abidjan – spiega l’Unerp – saranno fornite delle raccomandazioni, in cooperazione con la International maritime organisation (Imo), per migliorare sistemi e procedure portuali. Diverse agenzie governative che giocano un ruolo nella gestione dei rifiuti pericolosi che entrano nel porto, saranno ugualmente oggetto di una formazione mirata. Sapendo che buone pratiche di gestione a livello nazionale sono inefficaci se non sono associate ad un rafforzamento similare delle capacità di gestione a livello regionale (dell’Africa occidentale ndr), il progetto cercherà anche di promuovere l´applicazione di accordi ambientali multilaterali in diversi altri Paesi africani. Questi strumenti comprendono la Convenzione di Basilea per I movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e loro eliminazione, le Convenzioni di Rotterdam e di Stoccolma, i regolamenti sanitari internazionali dell’Oms e Marpol 73/78».

In Costa d’avorio, saranno il governo, Bcrc-Senegal e il segretariato della Basel Convention a mettere in atto le diverse attività che diventeranno un progetto pilota da riprodurre negli altri Paesi dell’Africa francofona e poi in quelli anglofoni. La fase 2 del progetto prevede di coprire 8 Paesi africani con porti “vulnerabili”. «Benché la situazione diverga senza dubbio da Paese a Paese – spiega l’Unep - l´incidente dello sversamento di rifiuti pericolosi nel porto di Abidjan ha messo in evidenza alcune lacune che potrebbero sopravvenire in altri Stati dell’Africa. La procedura di consultazione tra il governo della Costa d’Avorio, l’Unep ed altre agenzie dell’Onu è servita a sviluppare un programma di azione preliminare per colmare queste lacune».

E’ previsto anche lo studio di fattibilità per elaborare e mettere in opera un sistema d’allerta precoce tra le autorità europee ed africane, in collaborazione con l’Imo, un primo passo verso un sistema condiviso di informazioni sui movimenti dei rifiuti pericolosi verso l’Africa da trasmettere per tempo alle autorità interessate, permettendo cos’ di prendere misure preventive o preparatorie per la gestione dei rifiuti pericolosi.

Torna all'archivio