[13/06/2008] Comunicati

Qualcosa cresce in Italia e pure questo non è sostenibile: i prezzi

LIVORNO. Nel panorama economico e politico, dove il totem della crescita è l’elemento cui tendere, una crescita nei fatti c’è stata, anche se non nel senso sperato dai più. Sono i prezzi infatti ad essere saliti, soprattutto nel comparto energia, e in particolare i carburanti, con un +11% nel prezzo della benzina e un +26% in quello del diesel, in un anno. Seguiti a ruota dal comparto alimentare dove i prezzi di pane e cereali sono cresciuti complessivamente dell´11,3% su base annua e in particolare il prezzo del pane è aumentato del 13,3% e quello della pasta del 20,7%.

Secondo i dati forniti dall´Istat, i prezzi del comparto energia sono saliti a maggio del 13,1% rispetto all´anno scorso, in aumento dal +10,5% di aprile, e hanno fatto segnare anche una «nuova e molto marcata crescita» su base mensile, pari al +3,3%. E proprio benzina e gasolio aggiornano oggi il record, spingendosi fino a quota 1,55 e superando, così, il picco di 1,545 raggiunto solo ieri.

Le dinamica dei prezzi del settore alimentare - precisa l´Istat - risente delle tensioni al rialzo che hanno interessato sia i prezzi dei beni lavorati cresciuti entrambi dello 0,5% rispetto ad aprile.
Sul piano tendenziale, il ritmo di crescita dei prezzi nel comparto non regolamentato continua ad essere significativamente più elevato (+15,6% in un anno) rispetto al settore regolamentato (9,1% in un anno), a riprova della necessità di regole (meglio ancora di orientamento) del mercato. Tra i prodotti regolamentati, il prezzo del gas aumenta dell´8,9% su base annua (dal +7,7% di aprile) e dello 0,4% rispetto al mese precedente. Le tariffe elettriche, stabili sul piano congiunturale, sono aumentate invece del 9,2% negli ultimi dodici mesi.

In crescita anche la tariffa per l´acqua potabile, che aumenta del 6,7% in un anno (+0,3% su mese) e in molti servizi, per i trasporti aerei (+14,2% tendenziale e +5,8% da aprile) e per i trasporti marittimi (+8% tendenziale e +0,9% congiunturale).

Unici settori in controtendenza sono risultati i medicinali, i cui prezzi sono scesi del 6,3% in un anno e ancora di più i prezzi per gli apparecchi telefonici (-17,9% su base annua e -3,5% su mese).
Dati che complessivamente non potranno giovare alla tanto esaltata crescita dei consumi per rilanciare l’economia, e che dovrebbero far riflettere sulla necessità di reimpostare l’attuale modello di sviluppo. Un altro segnale che ancora una volta (purtroppo) non verrà letto nella direzione giusta, che è quella che ci indica che è ora di cambiare strada.

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