[12/06/2008] Parchi

Parchi, è colpa della 394?

PISA. Nelle polemiche sui parchi si sa spesso non ci si prende la briga di misurare con la dovuta attenzione giudizi e valutazioni. Se a farlo però è addirittura un partito c’è di che preoccupasi ed anche stupirsi. E la sortita del Coordinamento elbano del Partito Democratico rientra a pieno titolo e senza ombra di dubbio in questa categoria.

Dopo le vicende note e meno note che travagliano da anni il Parco dell’Arcipelago salito chissà quante volte alla ribalta nazionale (non sempre con onore) eccoti finalmente scoperto il colpevole; la legge 394 che paleserebbe dopo 17 anni tutta la sua inadeguatezza. Evidentemente all’Elba il partito era ed è in letargo se ancora non sa che a far data dal vecchio PCI e poi via via PDS, DS ma anche PD con o senza partitini verdi all’interno si è sempre considerato la legge 394 una legge importantissima e tra le non molte in campo ambientale che ha funzionato.

Ho avuto modo anch’io molti anni fa con l’amico Fabio Mussi di venire a Portoferraio come vicepresidente del Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli in un teatro pieno di cacciatori a parlare bene del parco e della legge. Legge scampata recentemente per un pelo, a differenza della legge 183, dalle grinfie della Commissione Matteoli sul codice ambientale. Se poi si passa a vedere la ragioni che paleserebbero tanta inadeguatezza c’è da rimanere basiti.


A renderla inapplicabile sarebbe nientepopodimeno il territorio fortemente antropizzato. Ma il PD dell’Elba lo sa che i primi parchi regionali che hanno aperto la strada alla 394 sono stati il Ticino Lombardo e a San Rossore? Gli sembrano territori non antropizzati? Lì abbiamo autostrade, aeroporti, spiagge alla moda ed anche basi militari e porti.
Grottesco infine il richiamo al territorio istituzionalmente vivace e articolato che renderebbe inapplicabile la legge quadro.

Ma all’Elba pensano che negli altri territori le istituzioni siano degli zombi? Possibile che dopo 17 anni non si siano ancora resi conto che la vera innovazione prima regionale e poi nazionale dei parchi è stato il coinvolgimento delle istituzioni. Si pensa davvero che si sarebbe affidato ai parchi il compito di predisporre non un piano ma addirittura due e per di più sovraordinati a tutti gli altri se fosse mancato il ruolo delle istituzioni sia nell’ente che nelle comunità del parco?

Anche alla vigilia delle ultime elezioni il PD ha difeso la 394 che è stata da poco fortemente penalizzata dal Codice dei beni culturali che ha sottratto ai piani dei parchi il paesaggio; ma questo all’Elba forse non interessa.
Vorrei concludere questa nota esprimendo tutta la mia amarezza e il mio stupore per questa sortita che spero proprio non connoti l’ambientalismo del fare. Anche quello del dire infatti è importante e viene prima.

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