[10/06/2008] Consumo

Anche il tessile biologico per un futuro più sostenibile?

LIVORNO. Che c’entrano le passerelle della moda con l’agricoltura biologica? Apparentemente nulla, ma in realtà molto, almeno potenzialmente. La moda infatti guarda sempre al futuro e, forse anche per abbracciare nuovi target di clienti, può trovare nelle fibre biologiche un canale privilegiato per lo sviluppo di un mercato sostenibile. E’ questo il tema della conferenza su Tessile e fibre biologiche, che si svolgerà a Carpi il 16 e il 17 giugno in occasione del sedicesimo Congresso mondiale Ifoam dell’agricoltura biologica. Ospiti nella città del pronto moda diversi nomi noti della moda internazionale e alcuni dei maggiori esponenti della cultura sostenibile mondiale, tra cui Vandana Shiva, Wolfgang Sachs e Serge Latouche.

Organizzata da Icea (Istituto per la certificazione etica e ambientale) e dal Comune di Modena, con il patrocinio di Unep (Programma delle Nazioni unite per l’ambiente), Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) e della Camera nazionale della moda italiana, la Conferenza carpigiana precede il Congresso Ifoam, che si apre a Modena nel pomeriggio di martedì17 giugno per proseguire fino a venerdì 20 con il titolo “Coltivare il futuro”.

«Negli ultimi due anni è aumentato considerevolmente l’interesse da parte delle imprese del tessile al tema del biologico – spiega il responsabile ricerca e sviluppo di Icea, Paolo Foglia – e in Italia sono già 300 le aziende che hanno chiesto la certificazione. Questo interesse genera domanda, quindi la crescita che si registrava prima soltanto all’estero, ora riguarda anche il nostro paese».

Grazie al contributo di ricercatori provenienti da tutto il mondo e alla partecipazione di rappresentanti di importanti “retailer” e di marche leader nel settore tessile, la Conferenza farà il punto sulle più recenti novità che interessano produzione e mercato dei prodotti tessili e dell’abbigliamento biologico: l’innovazione e la certificazione nell’industria tessile bio, i risultati sociali e ambientali ottenuti con lo sviluppo di coltivazioni biologiche.

La conferenza prende il via lunedì 16 giugno con l’incontro “Moda e etica della responsabilità” (Auditorium San Rocco, dalle ore 17 alle 20), che sarà aperto dall’intervento di Gerald Hermann, presidente di Ifoam (Federazione internazionale dei movimenti di agricoltura biologica), e che vedrà la partecipazione di tre tra i massimi rappresentanti dell’ambientalismo mondiale: Vandana Shiva, fisica e ambientalista in odore di Premio Nobel; Wolfgang Sachs, direttore del Wuppertal Institut per il clima, l’ambiente e l’energia; e il teorico della decrescita conviviale Serge Latouche, professore emerito dell’Università di Paris-Sud.

La discussione sul legame tra moda, tutela dell’ambiente e promozione dei diritti umani e sociali avrà tra i protagonisti anche i responsabili dei progetti di agricoltura biologica in Uganda e India e diversi nomi noti della moda italiana: Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana; Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e di AltaRoma e Jill Dumain di “Patagonia”, il marchio internazionale di abbigliamento sportivo. All’ordine del giorno argomenti come la riduzione dell’impronta sociale e ambientale del settore moda e le condizioni di sviluppo del “design etico” ovvero di una nuova creatività che integri l’assunzione della sostenibilità fin dai primi momenti di definizione dell’idea.

«Tessile Biologico: un sentiero verso un futuro sostenibile» è invece il titolo del seminario che completerà la conferenza, in programma martedì 17 giugno dalle ore 9 alle 18 sempre all’Auditorium San Rocco di Carpi. Grazie all’apporto di ricercatori provenienti da tutto il mondo e alla partecipazione di rappresentanti di importanti “retailer” e di marche leader nel settore tessile si farà il punto sulle novità per la produzione e il mercato dei prodotti tessili e dell’abbigliamento biologico: l’innovazione e la certificazione nell’industria tessile bio, i risultati sociali e ambientali ottenuti con l’introduzione e lo sviluppo di coltivazioni biologiche in Perù, Brasile, Uganda, Tailandia e Australia. Partecipano ai lavori anche Alberto Allegretti, vicesindaco del Comune di Carpi, e Palma Costi, assessore agli Interventi economici della Provincia di Modena.

Il tessile biologico potrebbe davvero essere una strada da seguire per la riconversione verso la sostenibilità di un’industria (quella tessile appunto) che ha un impatto notevole sull’ambiente. Basti pensare agli output del tessile e al prelievo di materia di questo settore. Il tessile biologico avrà senz’altro ancora prezzi difficilmente concorrenziali a quelli cinesi (per fare un esempio) ma che il mondo della moda (che è simbolo del consumismo e dello spreco) si interroghi e cominci a muoversi anche in questa direzione, è comunque un dato di cui tenere conto.

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