[06/06/2008] Acqua

I vecchi serbatoi di gasolio interrati mettono a rischio la falda?

LUCCA. Nel sottosuolo della piana lucchese è custodita una delle riserve di acqua idropotabile più ricche della Toscana, fonte di approvvigionamento per più di 530.000 residenti, senza contare i turisti.
E’ per questo che Lucca ha ospitato nella giornata di oggi un seminario tecnico organizzato da Acque industriali sulla gestione dei serbatoi interrati al quale hanno partecipato gli assessori regionali Eugenio Baronti e Marco Betti, per assicurare l’impegno della Regione per preservare questo patrimonio dalle potenziali fonti di inquinamento della falda. «E soprattutto occorre – ha detto Baronti - costruire e diffondere una cultura dell’acqua, e adeguare i comportamenti di tutti alla salvaguardia di un bene comune che non è inesauribile».

Del resto le politiche regionali, come è stato ricordato nel corso dei lavori, hanno un importante punto di riferimento nell’accordo di programma in corso di attuazione a tutela della quantità e della qualità delle riserve idriche del territorio lucchese, con particolare riferimento alla riduzione degli emungimenti dell’industria cartaria e delle altre attività industriali e al potenziamento del depuratore di “Casa del Lupo”. Ma occorre anche, come è stato sottolineato negli interventi che si sono susseguiti nel corso dell’incontro, tenere conto della presenza di migliaia di cisterne interrate e abbandonate dopo il passaggio dal gasolio al metano, un rischio ecologico di cui va preso atto, individuando le azioni opportune per prevenire e mitigare i danni.

In apertura dei lavori l’assessore alla difesa del suolo Marco Betti ha sottolineato che le politiche regionali hanno prestato particolare attenzione al grosso problema della risorsa idrica e della subsidenza nella piana lucchese. «Il recente sblocco dell’accordo di programma tra la Regione, gli enti locali, Ato, Autorità di bacino e Ministero dell’ambiente, ultimo atto del governo Prodi – ha detto Betti - consente ora di attuare in maniera completa tutti gli impegni assunti nel 2006 . In questo contesto positivo la Regione, che ha dato il via al “patto per l’acqua”, vede come centrale la razionalizzazione e condivisione di atteggiamenti di salvaguardia idrica da parte degli attori istituzionali, del mondo produttivo e della cittadinanza».

Rispetto al problema dei serbatoi di gasolio interrati, un fattore di rischio insolito e quasi ignorato, ma effettivo «guardiamo con interesse - ha detto Betti – alla proposta della società Acque industriali di un progetto europeo Life per sperimentare le best practice nell’ambito della bonifica e della gestione del rischio di queste ‘bombe’ ecologiche».

Quanto all’azienda Acque industriali, il presidente Carlo Viegi e l’amministratore delegato Piero Bartalucci hanno ricordato che «l’obiettivo di una corretta gestione di questo problema – hanno detto - deve allargarsi dal confronto fra esperti fino a coinvolgere anche amministratori e cittadini, perché l’acqua è un bene prezioso per tutti. Per questo pensiamo si debba costruire un percorso di lavoro che unisca le diverse capacità e ruoli del pubblico e del privato, in una collaborazione capace di produrre in tempi brevi linee guida e normative».

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