[10/04/2006] Rifiuti

L’Ue avvia cinque procedure di infrazione nei confronti dell’Italia

BRUXELLES (Belgio). La Commissione europea ha avviato cinque procedimenti di infrazione nei confronti dell’Italia: due casi riguardano pareri motivati per chiedere il rispetto di sentenze già pronunciate nel 2004 dalla Corte di giustizia sull´inadeguata gestione di discariche di rifiuti (tra le quali una discarica illecita di rifiuti pericolosi situata vicino a Castelliri, nel Lazio), se la risposta sarà insoddisfacente, la commissione chiederà alla Corte sanzioni pecuniarie nei confronti dell’Italia fino alla cessazione della violazione. L’altro parere motivato riguarda la discarica illecita di Campolungo (Ascoli), abbandonata dalla fine degli anni ‘80 ma non ancora decontaminata, è situata a soli 3 metri al di sopra della falda freatica e nelle vicinanze di un fiume che spesso la inonda.

La commissione sta anche per di inviare all’Italia un parere motivato per l’assenza di misure per ridurre l’inquinamento atmosferico, con riferimento ai livelli di particolato (pm10), uno degli inquinanti atmosferici più pericolosi per la salute umana perché penetra in profondità nei polmoni, al biossido di azoto (NO2) e agli ossidi di azoto (NOx). Nel 2001 e nel 2002 l’Italia ha trasmesso un elenco di agglomerati e zone in cui i livelli di concentrazione di particelle, NO2 e NOx risultavano particolarmente elevati, ma per la maggior parte ha poi omesso di adottare piani o programmi per garantire che la qualità dell´aria fosse conforme alle norme..

L’ultimo un parere motivato riguarda due casi di violazione della direttiva sulla conservazione degli uccelli selvatici che impone agli Stati membri un regime generale di protezione per le specie incluse. Gli Stati membri possono derogare dalla protezione generale, solo per la cattura o l’abbattimento di una piccola quantità di uccelli, se la deroga precisa le specie interessate, quando è perché è possibile abbattere gli uccelli ed il rispetto di altri requisiti. Le leggi regionali del Veneto e della Sardegna non garantiscono il rispetto dei requisiti e delle condizioni del regime di deroga previsto dalla direttiva, consentendo un numero eccessivo di catture o di abbattimento di uccelli.

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