[04/06/2008] Parchi

Il dito e la Luna

PORTOFERRAIO (Livorno). E’ decisamente il caso di tornare sul futuro del turismo nell’Arcipelago toscano, visto il dibattito che si è aperto (nonostante lo scetticismo di alcuni) dopo il mio articolo sui predatori di futuro. Ci si può sempre sbagliare sulle previsioni, ma è altrettanto vero che se queste vengono fondate sui dati di fatto, appoggiate a quanto sostenuto teoricamente in sedi internazionali e verificate sul campo, quasi sempre ci si azzecca. Ho sostenuto che l’Elba si trova a un bivio: o sceglie con decisione la strada della riqualificazione naturalistica, della conservazione e della tutela, in due parole della qualità ambientale o potrebbe trovarsi nelle condizioni di altre isole turistiche del Mediterraneo, in apparenza più ricche, ma nei fatti immiserite. Era un discorso di valori, che qualcuno deve avere confuso con i prezzi e, perciò, ha guardato il dito e non la Luna che il dito indicava. Capisco che la stagione è alle porte e non si pensi che all’oggi, ma forse sono proprio questi i momenti adatti alla riflessione.

Indicavo in Ischia e Malta due esempi mal riusciti di sviluppo turistico: il degrado ambientale delle due isole è sotto gli occhi di chiunque vi trascorra anche un periodo breve. Mega-.alberghi sul mare, cancellazione delle spiagge, infrastrutturazione selvaggia e soprattutto inutile, perché tu puoi aumentare a dismisura gli alberghi e le seconde case, ma non puoi aumentare le spiagge e i luoghi di interesse. Il risultato è sempre un sovraffollamento e un peggioramento della qualità del soggiorno che, però, in quei due casi, viene mitigato dalla presenza delle terme ischitane e dal clima particolarmente mite maltese. Come a dire che il collasso delle due realtà è stato rimandato nel tempo grazie a una disordinata destagionalizzazione che permette un appiattimento dei picchi estivi. Il recente convegno elbano sulle isole minori d’Europa ha confermato in pieno questa visione, supportata anche dalle testimonianze dirette. A questo aggiungo la mia osservazione personale: ho trascorso un week-end di giugno 2007 a Fetovaia, forse la spiaggia più bella dell’isola d’Elba, e ho avuto difficoltà a vedere il panorama a causa dell’eccezionale quantità di battelli alla fonda nella baia. Mi è stato pure difficile stendermi al sole, visto lo spazio esiguo che viene destinato a ciascun bagnante a causa delle file di ombrelloni e lettini piazzati a colonizzare ogni decimetro quadrato di spiaggia. Nonostante gli sforzi di albergatori illuminati (che ci sono eccome), la situazione era sconfortante per chi cerca vacanza e riposo. Come si può pensare che questo induca un turista a tornare? E, soprattutto, come si può pensare che denunciare il rischio di un crollo della qualità del soggiorno e delle stesse infrastrutture sia “fare il male dell’Elba” ?

Mi sarei aspettato spunti di riflessione preoccupati e voglia di puntare sulla qualità ambientale e, invece, mi sono trovato davanti i soliti luoghi comuni sullo sviluppo e la valorizzazione, come se si parlasse di economia e non di natura. Varrà la pena di ricordare che l’economia è un sottosistema della biosfera e che, dunque, esiste solo in virtù dell’esistenza della prima e che una crescita all’infinito non è, per definizione, possibile. Ecco perché mi permettevo di suggerire che questo è il momento del consolidamento di quanto si è ottenuto e delle scelte ambientali di qualità: il parco stesso e l’area marina protetta futura sono gli elementi che permettono una destagionalizzazione razionale di cui si sente il bisogno. Ricordavo l’esempio delle Cinque Terre, che hanno allungato la stagione grazie proprio a questo, mentre rammento con rammarico che da novembre a marzo l’Elba è praticamente inaccessibile ai turisti e io stesso ho difficoltà a trovare un albergo aperto. Ma guai a parlare di questo: così si vuole il male del turismo elbano e altre sciocchezze che, in altre realtà, suonerebbero anacronistiche. A Castellana Grotte negli anni Settanta si toccavano quasi 500.000 presenze annuali che mettevano in pericolo l’ecosistema ipogeo fonte stessa di quei guadagni. Ragionevolmente gli amministratori locali hanno deciso di ridurre il flusso a meno di 300.000 e di legarlo a un circuito turistico che comprendesse i trulli, Castel del Monte e le strade dell’olio, così la gente si ferma di più, ritorna e nessuno ci rimette, assicurandosi nel contempo il futuro.

Infine la “bulimia costruttiva”, che sarebbe, secondo alcuni, una mia invenzione: certo non sono io il primo ad aver parlato di colate di cemento all’Elba, così come testimoniato dalla commissione d’indagine regionale Bussolotti che asserisce essere più comune la pratica in sanatoria che non quella della concessione ordinaria. Né sono stato il primo io a mettere in evidenza lo spropositato numero di condoni ottenuti e richiesti nei comuni dell’isola, dove si racconta venissero condonate abitazioni non ancora esistenti e perfino autobus a due piani. Al di là delle leggende, ho toccato con mano (con il Corpo Forestale) la quantità di abusi perpetrati sul territorio e ho visto i magazzini degli attrezzi trasformati in seconde case (che all’Elba supererebbero la cifra enorme di 20.000, con incrementi locali del 400%). Del resto è stato il presidente degli albergatori elbani a sostenere che le camere di albergo e le seconde case fossero occupate solo al 30% nel complesso della stagione. Io non ho fatto altro che ricordarlo.

Mi sembravano verità palesi, come palese è il fatto che incrementando le infrastrutture estive non si può tanto a lungo far crescere le presenze, se non quelle di picco, visto che spiagge più affollate e siti assediati non possono essere particolarmente attraenti. Come studioso di questioni ambientali credo sia il momento di disinnescare quel rischio, ma come presidente del parco non impongo a nessuno le mie visioni del mondo e mi farò una ragione che qualcuno pensi ancora a una crescita esponenziale del tutto priva di fondamento e di senso. Mai come in questo caso spero di sbagliarmi.


*presidente del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano

Torna all'archivio