[04/06/2008] Parchi

Il Parco e Tozzi

PISA. La polemica politica al Parco dell’Arcipelago si sta surriscaldando e non è detto che ciò sia di per sé un male se contribuirà a fare chiarezza sull’impegno e le cose da fare che è bene non dipendano però né da un solo partito né da una sola istituzione. Quando ciò accade si hanno i commissariamenti e la paralisi. Un film già visto che è bene non torni nelle sale.

In un dibattito a Firenze non molto tempo fa Mario Tozzi (Nella foto) ricordo ‘difese’ il parco cercando di tenerlo fuori dalle polemiche che non riguardavano solo l’Arcipelago sostenendo che la gestione di un parco doveva affidarsi unicamente a scelte e decisioni scientifiche che ovviamente non possono non ispirare programmi e progetti dell’area protette. Gli intenti erano ‘nobili’ perché dopo le vicende di questi anni il nuovo presidente non voleva certo essere coinvolto in beghe senza fine che tutti vorremmo lasciarci alle spalle. Ma le scelte di un parco al pari di quelle di qualsiasi altro soggetto istituzionale non sono –e non possono- rispondere unicamente a criteri tanto asettici sia pure in nome della scienza che comunque, come ben sappiamo, non è né infallibile né inappellabile.

I parchi regionali toscani hanno un loro Comitato scientifico ma le decisioni spettano all’ente. D’altronde non si capirebbe altrimenti perché la composizione degli enti parco nazionali e regionali sia quella che è se i compiti a loro demandati non avessero questa forte connotazione niente affatto tecnica. E’ così in Italia ma anche in Europa. E chiunque ha operato o opera in un parco lo sa e lo sa anche Tozzi che ogni qualvolta deve discutere con amministratori, associazioni, interessi vari deve fare i conti con scelte politico-istituzionali. E la forza di un parco oggi a differenza di quelli storici è proprio questa; di non essere tagliati fuori da decisioni e scelte sulle quali il parco deve non solo dire la sua ma fare e gestire piani, programmi e progetti.

Il parco oggi è un soggetto istituzionale tra i più ‘forti’ (e meno chiacchierati!; vedi comunità montane, province etc) proprio perché deve agire non su questo o quel settore ma sull’ambiente nel suo complesso. In qualche modo esso è una sfida innanzitutto alle istituzioni locali e non solo, chiamate grazie anche al parco a misurarsi con situazioni e problemi che vanno al di là di una dimensione ‘locale’ in cui all’Arcipelago si è rimasti invischiati da troppo tempo con esiti poco invidiabili.

D’altronde il piano da poco presentato alla Regione non credo sia un piano meramente tecnico-scientifico anche se sono sicuro che si sarà avvalso (già con Tanelli) degli indispensabili supporti e pezze d’appoggio non di bottega.
Con queste considerazioni non intendo nella maniera più assoluta togliere nulla a quella carica giustamente rivendicata da Tozzi sul piano scientifico che semmai dimostra e conferma anche sotto questo profilo la ‘specialità’ del parco che anche per questa via è in grado di trasmettere e fornire anche e piccoli comuni strumenti di conoscenza e di monitoraggio che da soli non potrebbero aspirare ad avere.
Non si deve decidere insomma se il parco è strumento scientifico o politico ma se e in che misura sa avvalersi e gestire entrambe. E questo non si decide solo al parco e neppure solo all’Arcipelago.

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