[03/06/2008] Comunicati

Buiatti: «Scomparse le parole sostenibilità, salute e ricerca»

LIVORNO. Tempi duri per gli ambientalisti e per tutti quelli che lavorano e lottano per un mondo più sostenibile ambientalmente e socialmente. Dopo le dichiarazioni programmatiche del premier Berlusconi, quelle di Confindustria e il rapporto Istat 2007, l’ultimo ‘schiaffo’ è arrivato dal governatore della Banca d´Italia Mario Draghi. Senza cadere nel manicheismo, appare chiaro che il totem del crescita (contare quante volte usa questa parola Draghi nel suo discorso può essere un utile esercizio) è quello attorno al quale tutto ruota e si vuol far ruotare e a prescindere dal suo rapporto con l´ambiente. Il capitale naturale, per le nostre istituzioni, non esiste e non è meritevole neppure di una menzione alla memoria. Ma è davvero così? Lo abbiamo chiesto a Marcello Buiatti (Nella foto), Presidente della Fondazione Toscana Sostenibile e professore ordinario di genetica presso l´università di Firenze.

«La sostenibilità è scomparsa – comincia Buiatti – ma per essere precisi sono tre le cose che sono scomparse. La sostenibilità appunto, la salute e l’istruzione intesa come università e ricerca. Per capire come stanno andando le cose basta vedere che la parola sostenibilità non si ritrova da nessuna parte, ma neppure cambiamenti climatici, o ambiente. La salute non ha più nemmeno un ministero e ieri Sacconi ha fatto sapere che saranno tagliate le spese legate alla salute che in soldoni significa tagli alle erogazioni destinate alle Regioni».

«Che dire poi – prosegue il professore – dell’istruzione universitaria e della ricerca anch’esse senza più un ministero e con un ministro dell’istruzione che si occupa di tutt’altro. L’innovazione di alto livello è sparita, non se ne parla da nessuna parte e nell’ambiente si temono cose terribili».

Quali?
«Ricordiamoci cosa era stato detto prima delle elezioni, tipo che la resistenza era un covo di assassini… e tutto questo in una situazione di marasma sociale, di crescente violenza e di razzismo, perché questo è».

C’è poco da stare allegri, insomma
«Noi ambientalisti che crediamo nella sostenibilità sociale, economica e ambientale, in questa fase siamo colpiti da tutte le parti. Non c’è niente di niente, i cambiamenti climatici sono stati messi da parte e neppure ci si chiede come mai il tempo è brutto. Ma c’è dell’altro…».

Dica
«Il nuovo ministro dell’agricoltura, che mi dicono essere anche persona competente, non si è ancora insediato completamente. Non ha ancora fatto la prima riunione generale con il direttore del ministero. E tutti sanno come l’agricoltura abbia molto a che fare con la sostenibilità, basti pensare all’impatto di questa che è da sempre modellata dall’uomo sull’ambiente a partire dall’acqua. Insomma, in questo paese appare effettiva la volontà di cancellare le parole di cui dicevo prima: sostenibilità, salute e ricerca. Con l’ambiente inteso soltanto come uno spazio dove fare il Ponte di Messina».

Tutto questo, Draghi compreso, tra gli applausi quasi corali del mondo politico, delle felicitazioni pure queste corali ed ecumeniche per il ritrovato clima di collaborazione tra i partiti, mentre nel mondo è tornata prepotente la fame… ma guai a parlare di cambiare il modello di sviluppo, quello che abbiamo è moderno! E’ il nuovo!

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