[29/05/2008] Parchi

Incendi: ogni anno nel mondo brucia l’Europa

BRUXELLES. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, «Ogni anno nel mondo vengono distrutti dagli incendi tra 3,5 e 4,5 milioni di chilometri quadrati (km2) di vegetazione, un´area grande quanto tutta l´Ue». Il lavoro è stato finanziato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea e realizzato da ricercatori dell´Università di Leicester (Gran Bretagna) e dell´università cattolica di Lovanio (Belgio).

I ricercatori hanno elaborato i dati forniti da “Vegetation”, un dispositivo di imaging ospitato dal satellite Spot (Satellite pour l´observation de la terre) e realizzato così una mappa planetaria degli incendi tra il 2000 e il 2007. Il notiziario scientifico europeo Cordis spiega come funziona Spot per riconoscere i terreni percorsi da incendi: «Il sensore registra l´energia solare riflessa dalla superficie della Terra, fornendo una copertura globale su base quasi giornaliera. Poiché la quantità di energia riflessa risulta alterata quando la vegetazione brucia, i ricercatori sono stati in grado di identificare le tracce causate dal fuoco. In seguito sono stati usati dei supercomputer che si trovano in Belgio per elaborare le grandi quantità di dati fornite dal sensore».
Kevin Tansey dell´Università di Leicester e principale autore dello studio spiega che «La maggior parte degli incendi si è verificata in Africa. Ampie fasce di prateria della savana vengono cancellate ogni anno. Il sistema è sostenibile perché l´erba si rigenera molto velocemente durante la stagione delle piogge. Per quanto riguarda il carbonio, il bilancio è netto grazie alla vegetazione che si rigenera e che funge da bacino di raccolta del carbonio. Gli incendi nelle foreste sono più importanti perché le aree colpite diventano delle fonti di carbonio per molti anni».

Sui tratta di un grande passo in avanti per i ricercatori che si occupano delle aree più esposte ai cambiamenti climatici e che monitorizzano la vegetazione, a chimica atmosferica e i flussi e della raccolta di carbonio, che ora si trovano ad avere più dati disponibili, visto che quelli esistenti erano fermi al 2000. Tansey ammette che «non è possibile determinare se c´è un andamento di crescita nella frequenza degli incendi soltanto analizzando questo periodo di tempo limitato» e aggiunge che comunque assieme ai suoi colleghi ha trovato differenze significative tra i vari anni.

Gli incendi boschivi della scorsa estate in Grecia e quelli in Portogallo di un paio di anni fa ci ricordano che dobbiamo comprendere l´impatto degli incendi sull´ambiente e sul clima per gestire la vegetazione del pianeta più efficacemente. Probabilmente il 95% di tutti gli incendi della vegetazione hanno una causa umana; la bruciatura delle stoppie, l´abbattimento delle foreste, la caccia e gli incendi dolosi sono tutti causa di incendi in tutto il mondo. Il fuoco è stato una caratteristica del pianeta nel passato e, in uno scenario che prevede un ambiente più caldo, sarà certamente una caratteristica nel futuro.

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