[26/05/2008] Rifiuti

Ridurre emissioni gas serra delle discariche? Con Lifegherl si può

LIVORNO. A due anni dall’avvio della sperimentazione all’interno della discarica Podere Rota nel comune di Terranuova Bracciolini (Ar), Csa Impianti e Università di Firenze tirano le somme del progetto Lifegherl (Greenhouse effect reduction in landfill)che aveva come obiettivo principale la riduzione delle emissioni di gas serra dalle discariche di rifiuti.

«Quello che abbiamo costruito – spiega Lidia Lombardi, coordinatrice tecnica del progetto e docente del dipartimento di Energetica dell’università di Firenze – è un piccolo reattore capace di prelevare una modica quantità del gas prodotto dalla discarica, circa 20 metri cubi l’ora. Il gas prelevato entra in questo reattore dove viene in contatto con una soluzione di assorbimento composta da acqua e idrossido di potassio. Si forma quindi un nuovo composto in forma liquida, il carbonato di potassio, dove è imprigionata il 95% della CO2 originariamente prodotta dai gas di discarica».

Le prove sperimentali eseguite nell’ambito del progetto al quale hanno collaborato anche l’Università di Siena e la Società olandese Cornelissen consulting services Bv, confermano che si possono realizzare alte percentuali di rimozione dell’anidride carbonica dal gas di discarica (fino al 95% ), contribuendo in maniera significativa alla riduzione dell’effetto serra, producendo in uscita un gas con elevata concentrazione di metano e aprendo la strada a possibili utilizzi diversificati per tale gas.

Dunque l’applicazione di un processo di questo tipo può portare a indubbi risparmi rispetto alle emissioni di anidride carbonica. D’altra parte nel corso del progetto è stata dedicata notevole attenzione anche alle considerazioni di carattere economico effettuando un bilancio complessivo dei costi di investimento e di gestione, al fine di valutare la sostenibilità economica del processo stesso.

«Il processo funziona – conclude Lidia Lombardi – ma si sostiene economicamente se il carbonato ottenuto poi viene venduto. Si tratta di un composto utilizzato in diversi processi industriali, per esempio nelle vetrerie, quindi tutto sta a creare la filiera».

«Questo progetto finanziato dalla comunità europea per circa 200mila euro dimostra prima di tutto quanto sia importante investire in ricerca per rendere più efficiente il sistema di gestione dei rifiuti – spiega il direttore di Csa Impianti Mauro Moretti – la fattibilità in scala industriale dipende dal mercato, ma l’importante è che si studino nuove tecnologie migliorandone volta a volta la loro sostenibilità, ambientale ed economica»

I risultati della sperimentazione saranno diffusi e approfonditi nel corso del convegno che si svolgerà domani a partire dalle 9.30 nell’aula del consiglio a Terranuova Bracciolini.

Torna all'archivio