[21/05/2008] Urbanistica

Le costruzioni continuano a ridere e il consumo di suolo a piangere

LIVORNO. Nel giorno in cui è emerso che il partito della libertà aveva vinto le elezioni politiche, le quotazioni in borsa del cemento sono schizzati alle stelle. Non a caso, perché nel programma con cui la maggioranza che governa ha vinto le elezioni, si prevede un rilancio delle opere pubbliche, delle infrastrutture stradali, e un grande piano per dotare di una casa di proprietà chi ancora non la possiede. Buone notizie quindi per i cementieri e per il mondo dei costruttori edili, che non possono comunque lamentarsi di come – nonostante la crisi americana che ha raffreddato anche il mercato immobiliare nostrano e nonostante la lentezza con cui procedono le opere pubbliche - continui senza sosta la lunga ondata di crescita del settore.

Gli investimenti in costruzioni, che hanno raggiunto oltre 152miliardi di euro, sono saliti infatti dell’1% nel 2007 e per l’anno in corso è previsto un trend di poco inferiore (+0,6%). Una crescita, inferiore all’anno precedente ma che, se rapportata agli ultimi dieci, ha visto percentuali doppie rispetto al Pil (29,4% rispetto al 13,5%) e che ha portato ad un aumento di oltre 460mila occupati nel settore, recuperando quindi anche le perdite registrate negli anni precedenti. Interessanti i dati che riguardano il trend in aumento delle ristrutturazioni che è ha raggiunto un + 2,4% nel 2007 e che l’associazione dei costruttori edili (Ance) prevede che rimanga allo stesso livello anche per l’anno in corso, grazie alle detrazioni del 36% prima e del 55% previste nella finanziaria 2008 per interventi volti al risparmio energetico.

E’ comunque il residenziale di nuova costruzione che, invece della stagnazione prevista, ha chiuso in attivo il 2007 con un + 0,8% e che in base alle intenzioni dell’attuale esecutivo, dovrebbe anche in futuro far registrare positivi incrementi. Un dato che se può far felici gli edili, ma non può certo essere considerato positivo invece in termini di consumo di suolo.

Tra il 1990 e il 2005, secondo una elaborazione di Coldiretti su dati Istat, il consumo di suolo in Italia ha raggiunto una media del 17,06%, con punte del 45,5 % in Liguria, del 26,3% in Calabria, del 22% in Sicilia e del 21% in Sardegna. Ma se oltre alla riduzione dei terreni agrari, considerata in queste percentuali, si aggiunge anche il consumo di suolo rappresentato dagli insediamenti più sparpagliati, come i capannoni, le strade, le infrastrutture, le strutture turistiche costiere (quello che i tecnici chiamano sprawl), allora il fenomeno diviene ancor più preoccupante e non tranquillizza il fatto che l’attuale consumo medio di suolo nel nostro paesi si allinei a quelle che sono le tendenze europee, dove negli ultimi 20 anni, l’estensione delle aree edificate in molti paesi è aumentata del 20 %.

E se inoltre come sottolinea l’agenzia europea per l’ambiente: «L’espansione urbana incontrollata si verifica quando il tasso di trasformazione e di consumo di suolo per usi urbani supera il tasso di crescita della popolazione per una determinata area e in un periodo specifico», quello dell’espansione incontrollata dovrebbe ormai essere allora considerato uno dei principali problemi anche del nostro paese, dove la crescita demografica, grazie alla presenza degli immigrati, ha solo nell’ultimo anno timidamente ricominciato a spostarsi sopra lo zero.

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