[16/05/2008] Aria

Carrara e polveri fini, dopo l´ordinanza c´è attesa per la sentenza (storica?)

LIVORNO. Dopo l’ordinanza del giudice del Tribunale di Carrara Giovanni Bartolini sulle polveri prodotte dai camion che dalle cave di marmo attraversano la città e che sono state riconosciute pericolose per la salute umana, (disponendo una serie di provvedimenti da attuare da parte del comune), adesso si tratta di aspettare il responso dell’ulteriore istruttoria dell’udienza fissata al 23 maggio.

Nel frattempo nell’attesa della fase del procedimento processuale in cui si acquisiranno ulteriori prove e informazioni utili anche per quanto riguarda l’inquinamento da polveri PM2,5 ai fini della successiva decisione, il comune di Carrara dovrà rispettare i provvedimenti provvisori – salvo quelli più gravi in futuro - imposti dal Tribunale. Perché, (così come emerge dagli studi fatti dai Consulenti Tecnici nominati dal Tribunale) le PM10 sono pericolose per la salute umana indipendentemente dal valore di soglia e perché a Carrara la situazione di pericolosità è tanto più concreta a seguito della ripetuta violazione dei valori massimi consentiti (227 in Via Frassina).

Una decisione dunque basata sulla convinzione che il diritto alla salute del cittadino debba essere tutelato anche “in via preventiva e cioè quando ancora il danno non si è materializzato”. E sulla convinzione che la sua violazione quando sia idonea a produrre lesioni, determina un danno non riparabile in quanto “il possibile risarcimento per equivalente economico non è in grado di rimuovere gli effetti ormai prodottosi sul bene salute”.

Ed è proprio per questo che il Comune ha il dovere di attivarsi in concreto sia con provvedimenti sia con comportamenti efficaci per verificare che il danno non si verifichi o per lo meno per ridurne gli effetti. Perché in materia di salute non vi è discrezionalità ma obbligo di adottare tutte le misure possibili per evitare che la salute degli abitanti sia messa concretamente in pericolo. E visto che sono le polveri sottili prodotte dai camion che dalle cave si spostano verso la città e viceversa (il trasporto dei detriti rappresenta ben l’80% dei trasporti) a mettere in pericolo la salute pubblica e dato che è proprio il Comune il soggetto competente a regolamentare l’attività estrattiva del marmo l’ordinanza dispone che potranno essere autorizzati asporti di scaglie e detriti solo quali residui dall’attività corrente, esclusi gli sfruttamenti di ravaneti già consolidati. Inoltre ogni strada al monte dovrà essere dotata di canale di scolo laterali e su ogni strada al monte dovranno essere installati dissuasori dove la velocità dei mezzi non potrà superare i 20 - 25 Km/h. Dovrà poi essere redatto uno studio che preveda la distribuzione del disagio del traffico sul territorio.

Ma non è finita qui perché l’ordinanza impone anche che l’impianto di lavaggio degli autocarri a valle della pesa di Torano debba essere dotato di un impianto di asciugatura con sbarra che si apra solo ad operazione completata. Entro tre mesi dovrà essere realizzato un ulteriore impianto di lavaggio-asciugaggio dove far confluire anche altri mezzi usati per accedere ai bacini ( fuori strada , mezzi di soccorso, pullman ecc…). Il passaggio nel centro abitato dei mezzi che non sono transitati dall’impianto di lavaggio è vietato.

Ogni camion poi, deve essere munito di un contrassegno visibile che attesti autorizzazioni e regolarità in tema di antinquinamento. Devono essere realizzati più posti permanenti di controllo per le verifiche ai camion. I 120 viaggi autorizzati per esigenze di sicurezza dell’escavazione devono essere vigilati e verificati. Deve altresì essere effettuato un monitoraggio generale al monte e devono essere asfaltati gli accessi ai bacini.

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