[15/05/2008] Rifiuti

La scomparsa dei rom

LIVORNO. Poiché sono un giornalista, e scrivo in polemica, o almeno discuto, con altri giornalisti, mi si lasci dare una definizione di carattere poetico-letterario di quel fenomeno che è successo in Italia in questi giorni. Ciò servirà a semplificare e ad abbreviare il nostro discorso (e probabilmente a capirlo anche meglio). Nei primi anni Duemila, a causa dell´inquinamento e, soprattutto, in Campania, a causa dell´inquinamento da rifiuti, sono cominciati a scomparire i rom. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo poche ore a Napoli i rom non c´erano più. Quel qualcosa che è accaduto in questi giorni lo chiamerò dunque "scomparsa dei rom".

Scomodiamo Pier Paolo Pasolini – e invitiamo chi può a rileggersi "Il vuoto del potere" ovvero "l´articolo delle lucciole" pubblicato nel febbraio del 1975 dal Corsera e firmato appunto del grande scrittore friulano - per (ri)trovare parole che riescano a descrivere l’immagine che i fatti di Napoli sta riflettendo almeno nei nostri occhi di osservatori. Un’immagine di un’Italia a pezzi. Di un´Italia che da 14 anni non riesce a trovare una soluzione quale che sia all’emergenza dei rifiuti in Campania con un commissariamento dietro l’altro e che oggi, a 12 giorni dalla fine del commissariamento stesso, vede De Gennaro esclamare: “Ora serve una svolta”. Ora, non prima o dopo, ora a 12 giorni dalla fine del ‘regime’.

Un’ammissione nei fatti che dall’emergenza, se si può chiamare così una cosa che dura da 14 anni, non ci si esce neppure stavolta. Per colpa di chi? Di tutti e di nessuno come sempre. Accuse incrociate oggi sul tema anche tra l’assessore regionale campano al turismo Velardi e gli amministratori napoletani definiti ‘incapaci’ per il no a Chiaiano (dove si vorrebbe aprire una discarica). Certo la camorra non è affatto estranea a questo caos che però trova linfa vitale in una classe politica incapace di dare una qualsivoglia soluzione. Ma quando nelle stesse ore un fatto di cronaca come il tentato rapimento di una bambina da parte di una rom scatena la guerra contro gli zingari come fossero rifiuti della società alle cui cose e case-baracche dar fuoco come e al pari dei rifiuti (sempre della stessa società) in mezzo di strada, è un dovere fermarsi a riflettere. «Per chi non si droga – diceva sempre Pasolini - colui che si droga è un "diverso". E come tale viene generalmente destituito di umanità, sia attraverso il rancore razzistico che si attirano sempre addosso i "diversi", sia attraverso l´eventuale comprensione o pietà. Nei rapporti col "diverso" intolleranza o tolleranza sono la stessa cosa. C´è da dire tuttavia che mentre gli intolleranti credono che la diversità dei diversi non abbia spiegazioni e quindi meriti soltanto odio, i tolleranti si chiedono spesso, più o meno sinceramente, quali siano le ragioni di tale “diversità”». Il discorso ci pare che valga anche per i rom ormai genericamente individuati come tutti delinquenti di cui sbarazzarsi. E, complice pure qui la camorra senza dubbio, ma anche parte di quella società che si dice civile – non si sa come mai – in un batter d’occhio questi ‘rifiuti della società’ si trova il modo di farli scomparire. La foto del Corriere della Sera in prima pagina con tre rom (probabilmente nonna, figlio, moglie del figlio e bambina) che scappano su un ape su cui è scritto “ferrovecchio” è esemplare. Spiace poi che questi fatti siano accaduti in un quartiere a Napoli storicamente ‘rosso’ e che il Pd in quei quartieri abbia affisso un manifesto con su scritto “Via gli accampamenti rom da Ponticelli”.

Spiace davvero tanto. Diciamo che fa molto ma molto male. Parole come dialogo, comprensione, cosmopolitismo sono state spazzate via, dimenticate. Dalla camorra certo, ma anche da parte di chi dovrebbe stare dall’altra parte della barricata. Un barlume di speranza arriva almeno da quel comitato pro rom, anche se il punto non è stare o non stare con gli zingari che non necessariamente sono rom e viceversa, ma cercare di "scoprire" questo pornografico rapporto tra la società cosiddetta civile e i rifiuti umani tutti. Un tabù che non si risolve certo entrando in bagno, chiudendo a chiave la porta e tirando la cordicella prima di aprire la finestra e sentirsi più liberi e leggeri.

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