[06/04/2006] Consumo

I produttori biologici chiedono alla Toscana di vietare il procimidone

FIRENZE – il Coordinamento toscano produttori biologici lancia l’allarme procimidone, una sostanza chimica «usata come antifungino principalmente in viticoltura ed orticoltura, si rileva sempre più frequentemente come residuo nei prodotti agricoli. Tale prodotto, che può causare danni tossicologici all’uomo ed agli animali, ha persistenza elevatissima nell’ambiente ed in particolare nelle sostanze grasse».

Secondo il Ctpb «l’agenzia nazionale di protezione ambientale degli Usa ha da tempo classificato il procimidone, come possibile o probabile cancerogeno, insieme ad altre sostanze quali il captan, il dimetoato, il metidation e il vinclozolin classificate “pericolose” per l’ambiente, gli organismi acquatici, api e uccelli anche da Arpat.

Inoltre il 17 maggio 2004, spiegano gli agricoltori biologici, è entrata in vigore la Convenzione di Stoccolma sugli Inquinanti Organici Persistenti (Pop) che mette al bando i 12 Pop piu pericolosi tra cui il Procimidone.

«Questa sostanza non solo non è vietata in Italia, ma il suo uso è addirittura promosso dalla Regione Toscana, in quanto rientra nei principi attivi utilizzabili nei disciplinari dell’agriqualità toscana, ovvero i prodotti a marchio “Farfalla bianca”, così spesso confusi dai consumatori per prodotti biologici o rispettosi dell’ambiente. Eppure l’agricoltura integrata in toscana è stata finanziata con fondi del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 con 280 Milioni di euro e in passato ben 18.000 aziende hanno ricevuto premi attraverso le misure agroambientali per la riduzione degli input chimici».

La Regione sta lavorando al nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 ma secondo il Ctpb “le premesse sono a dir poco avvilenti: hanno proposto di premiare sia le aziende aderenti al marchio Agriqualità su tutto il territorio regionale sia le aziende che adottano l’agricoltura integrata (simile per disciplinari all’Agriqualità ma priva di certificazione, organismo di controllo e marchio sui prodotti) nelle aree vulnerabili o con problematiche ambientali. Chiediamo alle autorità competenti di indagare sul fenomeno e di vietare l’uso della sostanza procimidone su tutto il territorio regionale qualora vengano confermate le nostre informazioni in materia e soprattutto di non incentivarne l’uso con risorse pubbliche».

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