[14/05/2008] Rifiuti

L´Africa, i rifiuti e... Napoli

LIVORNO. Certo l´Italia, dopo che i rifiuti che occupano le strade di Napoli e dintorni sono finiti su tutti i giornali ed i Tg del mondo, è il Paese meno indicato per dare lezioni sulla gestione dei rifiuti urbani (per non palare di quelli speciali...), ma l´Africa potrebbe imparare dai nostri errori per non commetterne di uguali mentre il nascente consumismo e l´urbanizzazione fanno diventare la spazzatura un problema amministrativo e di salute pubblica, una questione che fino ad oggi, al di là di alcune discarica famigerate nel mondo intero, era quasi sempre di carattere estetico. La civiltà contadina africana non produce rifiuti, li ricicla nel ciclo della sussistenza, dove fino ad ora una bottiglia di plastica o un sacchetto erano un piccolo e durevole tesoro.

Tutto questo sta finendo, tanto che nella capitale del Togo, Lomè, si stanno installando 300 cassonetti per i rifiuti lungo le strade principali per far fronte ad una situazione che si sta trasformando in un pericolo per la salute pubblica. Il sindaco di Lomè ha spiegato che dopo queste prime 300 pattumiere ne verranno installate altre 100 entro 2 anni, mentre le autorità municipali fanno rilevare che in un solo giorno sono diminuiti i sacchetti di plastica, la carta e i resti di frutta abbandonati per terra. Di raccolta differenziata non se ne parla nemmeno, ma sembra già una conquista avere un cassonetto: «Vogliamo rafforzare questo – dicono al municipio di Lomè - perché la città sia finalmente più pulita. Questi cassonetti dovranno aiutare i passanti a sbarazzarsi degli imballaggi e di altri oggetti ingombranti che sono frequentemente gettati lungo la strada in tutti i momenti».

E se in Togo 300 cassonetti fanno notizia, a Lubumbashi, capoluogo della provincia del Katanga e capitale economica della Repubblica democratica del Congo (Rdc), fa sensazione l´annuncio che si costruirà la prima discarica pubblica della sua storia, dove naturalmente finiranno rifiuti di ogni sorta. Per ora il comune della metropoli congolese, con un milione e mezzo di abitanti (senza contare i profughi dell´eterna guerra del Congo), ha individuato tre possibili siti alla periferia della città, studiati per consentire un accesso ai cittadini senza percorrere grandi distanze, visto che il sevizio pubblico di ritiro della spazzatura è ancora fantascienza.

Le autorità di Lubumbashi ammoniscono i cittadini a non gettare l´immondizia fuori dalle discariche quando saranno pronte e sono pronte ad affibbiare forti multe. Le discariche verranno gestite direttamente dal comune che stabilirà una tassa per garantire il loro funzionamento. Intanto il governo provinciale del Katanga sta trattando con una società sudafricana per la firma di un contratto di raccolta dei rifiuti.

Nel 1911 Lubumbashi aveva solo 250 mila abitanti e la sua esplosione demografica è dovuta alla presenza di ricche miniere che sono diventate anche la sua disgrazia storica, attirando appetiti di dittatori, signori della guerra amici delle multinazionali, potenze straniere e movimenti autonomisti del Katanga. Ma questo ha provocato anche drammatici problemi sociali e di inquinamento, difficoltà di accesso all´acqua potabile, alle infrastrutture ed alla sanità pubblica, ai trasporti, ma soprattutto nella gestione dei rifiuti che sono l´espressione finale della somma di tutti i problemi.

Il problema del risanamento ambientale è stato finora ignorato dalle autorità che avrebbero dovuto occuparsene e gli abitanti di Lubumbashi hanno preso l´abitudine di gettare i loro rifiuti lungo le strade, nei fiumi e nei canali, aumentando i rischi di epidemie... Vi ricorda qualcosa?

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